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Ecco la sesta puntata del nostro giallo sulla pallanuoto

  Pubblicato il 01 Lug 2017  15:21
Se l'uomo che martedì 17 gennaio si era incontrato al porto di Pozzuoli con Angela Salviati era l'assassino, aveva avuto un culo fuori dal comune. Perchè Stefano Sardo, il pallanuotista della Rari Nantes Vomero che li aveva pedinati, non ricordava nè la marca della sua auto nè il numero di targa.
La iena non poteva crederci. "Ma come, lei ha seguito l'auto e mi sa dire soltanto che era blu!".
Era rosso per l'imbarazzo, invece, il bel viso del giovane pallanuotista. Il commissario era la metà di lui, ma in quel momento, in piedi accanto alla sua sedia con gli occhi fuori dalle orbite per la rabbia, Noce gli sembrava un gigante. "Ma che colpa ne ho io - balbettò Sardo - se non me ne intendo di macchine: per me sono tutte uguali. E poi in quel momento io non ero in me, ero pazzo di gelosia, non ho fatto caso nè al tipo di macchina nè al numero della targa".
Proprio a me doveva capitare un coglione del genere, pensò la iena.  Ma represse la rabbia e chiese: "Mi basta soltanto la prima lettera della targa... su, faccia uno sforzo".
"Commissario, io la targa non l'ho nemmeno guardata. Della targa, della macchina, del modello in quel momento non me ne fregava assolutamente niente. Io pensavo soltanto al fatto che Angela stava assieme ad un altro. Punto e basta".
"E allora parliamo di quest'uomo. Aveva qualche segno particolare, qualche difetto fisico?".
"Tutto quello che so glie l'ho già detto... Aspetti, ora che ci penso una cosa c'è... è un fumatore. Si, perchè mentre stava guidando ha alzato il finestrino e ha gettato una sigaretta intera. Evidentemente lo ha fatto perchè Angela non sopportava il fumo. Lo so perchè anch'io sono un fumatore. Però non so fino a che punto quest'informazione potrà esserle utile".
"Può essere utilissima, invece. Se l'uomo ha tentato di accendere la sigaretta in macchina, significa che non conosceva bene Angela, significa che prima di quell'incontro a Pozzuoli si erano visti pochissime volte, forse una volta sola".
 
***
 
Adesso gli interrogativi ai quali Noce doveva dare al più presto una risposta erano due:
1. Dove erano stati la sera di martedì 17 gennaio Angela Salviati e l'uomo della macchina blu?
2. Dove si erano visti per la prima volta?
Al quesito n. 1 non fu possibile dare una risposta, nemmeno con l'aiuto della scheda telefonica di Angela: quella sera aveva spento il cellulare diventando  irrintracciabile. Noce, pertanto, fece girare la foto della ragazza in tutti i ristoranti del litorale flegreo da Lucrino a Monte di Procida raccomandando ai propri uomini di controllare tutte le prenotazioni per la sera di martedì 17 gennaio. Il commissario contava sul fatto che Angela e il suo misterioso accompagnatore quella sera erano usciti per la prima volta assieme: per fare colpo sulla ragazza, probabilmente l'uomo aveva scelto un ristorante di sua fiducia. E quindi c'erano concrete possibilità che il proprietario lo conoscesse bene o che, almeno, si ricordasse di lui.
Quesito n. 2: a tutte le telefonate fatte e ricevute da Angela, e agli sms, la Polizia aveva dato un nome e un volto. Quindi tra la ragazza e l'uomo della macchina blu non c'era mai stata alcuna telefonata. Riflettendo su questo particolare, al commissario venne un'intuizione: "Vuoi vedere che la prima volta si sono visti al negozio di Corso Umberto?".
 
***
 
Mercoledì 1 marzo - Ore 10
"Tra i suoi clienti abituali c'è un uomo sulla cinquantina  alto e brizzolato?". Noce non era superstizioso, ma incrociò ugualmente le dita.
"Si che c'è", rispose immediatamente Alberto D'Esposito, il proprietario del negozio di abbigliamento dove aveva lavorato Angela Salviati. Noce gli era risultato immediatamente antipatico, era l'effetto iena. Per cui D'Esposito decise di farlo stare sulle spine. Si tolse gli occhiali, prese un fazzoletto di carta, pulì le spesse lenti anche se lo aveva già fatto un quarto d'ora prima e si rimise gli occhiali. Il tutto con la stessa velocità di una vecchietta inglese intenta a versare il the.
Non era vecchio D'Esposito, aveva da poco sorpassato la sessantina, ed era noto al Corso Umberto per la velocità con la quale serviva la clientela. Ma continuò a procedere con una lentezza esasperante al solo scopo di fare incazzare Noce. "Mi attenda qui, vengo subito", disse come se il commissario fosse un cliente pronto a dileguarsi da un momento all'altro. Voltò le spalle alla iena e lentamente si avvio verso un bugigattolo, prese un'agenda con tutta la calma di questo mondo e tornò dal commissario. Missione compiuta, Noce era sul punto di esplodere.
Avendo ottenuto ciò che voleva, il commerciante interruppe di botto la pantomima e disse: "L'uomo che cerca si chiama Dino Brocca". Aprì l'agenda e rapidamente trovò indirizzo (Via Duomo 37) e numero di cellulare. "Serve altro, commissario?".
"Da quanti anni questo Brocca si serve nel suo negozio?".
"Non meno di una ventina. E' un ottimo cliente, viene con una certa frequenza e quasi mai esce dal negozio senza aver acquistato qualcosa. Ma la vedo contrariato, commissario", e si felicitò con se stesso per essere riuscito a farlo incazzare.
Ma non era stata la flemma del commerciante a indispettire la iena: il suo sesto senso gli diceva che Brocca non era l'uomo giusto. La certezza arrivò subito dopo: "Certo che fuma, commissario, ma soltanto sigari Avana".

***
 
Martedì 1 marzo - Ore 0,30
 
"Eppure sono certo che Angela per la prima volta si è vista con quell'uomo al negozio!", esclamò la iena mentre Elio stava sparecchiando i tavoli. "Ma quella palla da biliardo (il negoziante del Corso Umberto era completamente calvo) non ricorda nessun altro che possa corrispondere al nostro uomo".
Il ristoratore infierì: "Ammettilo, la tua indagine si è arenata. Ti sei infilato in un vicolo cielo e non riesci a cavare un ragno dal buco. Ti va bene così o ci aggiungo che sei in una situazione di stallo?".
Arcangelo Noce odiava le frasi fatte, ma stette al gioco dell'amico e proseguì: "La verità è che in questo momento sono a corto di idee".
Elio andò in cucina, prese dal fornello la Moka fumante e  si sedette accanto alla iena. Per entrambi era il momento più bello, ma Noce stavolta non era in grado di apprezzarlo. Troppi pensieri e poche idee.
Tempo cinque minuti dopo e il suo umore sarebbe cambiato completamente. Per merito di Elio.
Mentre stava versando il caffè, il ristoratore si fermò di botto.
“Che fai, hai cambiato idea? Il caffè me lo devo andare a prendere al bar?”.
“No, ma c’è una cosa che potrebbe essere importante. In quale giorno Angela si è vista con l’uomo della macchina blu?”.
“Martedì 17 gennaio. Ma perché me lo chiedi?”.
“Perché forse proprio in quel giorno è accaduto qualcosa che potrebbe aiutarla nell’indagine. Per appurarlo mi basta un minuto”.
Elio prese il cellulare, andò su Google e scrisse: pirata della strada investe e uccide un ciclista a Pozzuoli.
“Avevo ragione! E’ successo proprio il 17 gennaio”, e passò il cellulare al commissario.
Mario Corcione
 
FINE DELLA SESTA PUNTATA
 
La settima sarà pubblicata martedì 4 luglio
LA QUINTA PUNTATA

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