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Ecco la nona puntata del nostro giallo

  Pubblicato il 06 Mag 2017  09:21
Mercoledì 8 febbraio - Ore 9,00
 
Caffè, croissant, yogurt, spremuta d'arance. "Chi non ha fatto colazione è pregato di servirsi abbondantemente. Oggi dobbiamo essere al top, ci attende una giornata particolarmente impegnativa e non credo proprio che riuscirete a trovare il tempo per andare a pranzo".
Greta Pesci, l'avvocato di Mario Vecchi, aveva radunato i suoi collaboratori nella sala riunioni dell'ufficio legale. "Ci sarà da scarpinare, e dovrete farlo da soli. La mia alta velocità esclude categoricamente che io possa darvi una mano".
L'avvocato amava scherzare sulla sua particolare condizione fisica. Era una tattica vincente, toglieva dall'imbarazzo chi le stava di fronte. "Io sono nana, però non sono sorda. Per cui - proseguì - desidero essere messa a conoscenza costantemente di tutto ciò che riuscirete a sapere".
Reperire prove per scagionare Mario Vecchi: era quella l'operazione che stava per prendere il via. Ed era affidata a Gabriele Colli, Samuele Falanga e Mauro Giordani. Età media 28, l'ideale: garantiva contemporaneamente una discreta dose d'esperienza e una certa resistenza alla fatica unite al requisito principale: erano in gamba. Altrimenti, per come era esigente Greta Pesci, non avrebbero potuto far parte del suo staff.
"Tu, Samuele, ripercorrerai metro per metro il tragitto che Mario Vecchi ha fatto la sera del 23 gennaio da casa sua al cinema Manzoni. La Polizia ha fatto soltanto la parte iniziale del tragitto, si è accontentata di quello che ha detto il vicino di Vecchi e non è andata oltre. Noi, invece, dobbiamo fare accuratamente tutto il percorso. Qui ci sono - e indicò il tavolo - la mappa del tragitto che Mario Vecchi ha compiuto quella sera, la sua foto e quella di sua moglie. Sono trascorsi 15 giorni, quindi è un'impresa disperata trovare qualcuno che ricordi di averli visti quella sera, ma non si sa mai, abbiamo il dovere di non tralasciare nulla".
"Tu, Gabriele, andrai dalle compagnie di taxi e, fotografia alla mano, parlerai con tutti gli autisti nella speranza, anche questa remota, che qualcuno ricordi di aver caricato a bordo Allyson Forbes quella sera. Chiederai, inoltre, se qualcuno ha trovato la sua borsa. Non credo che la Forbes l'abbia smarrita in un taxi, ma chiedere non costa nulla".
"Tu, Mauro, infine, setaccerai metro per metro tutta la zona del Cinema Manzoni. E là che Allyson Forbes ha fatto perdere le sue tracce. Il marito ha detto di averla lasciata davanti all'ingresso del cinema alle 20,20, quindi con un certo anticipo sull'orario dell'appuntamento della Forbes con l'amante. Per ingannare il tempo, Allyson Forbes potrebbe essere andata in qualche locale della zona, forse nello stesso cinema Manzoni".
Nessuno dei tre collaboratori, ovviamente, fece la seguente obiezione: "Ma siamo sicuri che Mario Vecchi quella sera veramente ha dato un passaggio in macchina alla moglie?".
 
***
 
Giovedì 9 febbraio - Ore 19,00
 
Mentre l'avvocato Pesci ed il suo staff cercavano prove per scagionare Mario Vecchi, la Procura ovviamente remava in direzione completamente opposta. "Converrai, caro Arnò, che con quello che abbiamo contro di lui rischiamo di non fare molta strada in tribunale".
Il commissario conveniva, eccome, col pm Rossi. Avevano raccolto poco, molto poco: sarebbe stato un processo indiziario quello contro Mario Vecchi.
Il rinvio a giudizio, tuttavia, non era stato deciso per motivi di carattere "politico", per accontentare l'opinione pubblica, per togliere la pressione addosso agli inquirenti. I titoli sui giornali tipo "La Polizia brancola nel buio" esistono soltanto nei film polizieschi, così come le telefonate di ministri e sottosegretari che si lamentano della lentezza delle indagini col questore di turno, il quale poi se la prende invariabilmente col commissario incaricato dell'inchiesta. In realtà il rinvio a giudizio di Mario Vecchi era stato motivato da indizi che pesavano come macigni sul capo del marito di Allyson Forbes.
"Nel racconto di Mario Vecchi", disse Arnò, "la cosa che non mi convince è questa: visto che aveva tanta fretta quella sera, perchè ha dato il passaggio alla moglie fino al Cinema Manzoni? Perchè la Forbes non ha preso un taxi? Sarebbe stata la cosa più logica. Lui dice che l'ha fatto per abitudine, ma secondo me in ogni caso non ha detto tutta la verità".
I casi erano due, secondo Arnò:
1. Il passaggio in macchina fino al Cinema Manzoni non c'è mai stato perchè Allyson è stata uccisa dal marito nella villa.
2. Vecchi ha dato il passaggio alla moglie, e in questo caso ovviamente è innocente, ma lo ha fatto perchè i due dovevano parlare di qualcosa d'importante.
"Io penso - aggiunse Arnò - che Allyson Forbes abbia chiesto al marito il divorzio e che lui stesse cercando in tutti i modi di rimandarlo perchè, senza l'appoggio economico della moglie, si sarebbe trovato in un mare di guai".
Supposizioni, soltanto supposizioni che si aggiungevano agli indizi. Ma le prove erano del tutto inesistenti e le probabilità che il processo si concludesse con l'assoluzione di Vecchi erano notevoli. Pertanto, nonostante il rinvio a giudizio del pallanuotista, le indagini proseguivano. E poichè Arnò era un commissario scrupoloso, non aveva abbandonato l'altra pista, quella che portava a Flavio Manzi, l'amante della Forbes. Anche lui avrebbe potuto avere validi motivi per liberarsi di "Miss Blue".
Arnò avrebbe voluto ascoltare la moglie e il suocero di Manzi, ma l'unico esito certo del colloquio sarebbe stata la distruzione di una famiglia. "Se mia moglie e mia figlia venissero a sapere che ho avuto una relazione, morirebbero di dolore". Le parole di Flavio Manzi invitavano il commissario ad agire con prudenza, per cui decise di rivolgersi nuovamente a Roberta Gallozzi, l'allenatore di Allyson Forbes, e le diede appuntamento al Palayamamay.
 
***
 
Venerdì 10 febbraio - Ore 18,00
 
"Questo palazzetto è bellissimo anche con gli spalti completamente vuoti", disse Arnò mentre nel Palayamamay risuonavano le voci delle pallavoliste che si allenavano. "Quelle chi sono?", chiese a Roberta Gallozzi.
"E' l'Under 18 di Uyba. Entrambe le società di Busto hanno un bel settore giovanile. "Guardi quella biondina, la numero 5. Ha soltanto 14 anni ed è il capitano della nazionale italiana Under 16... lei ha figli, commissario?".
"No, e non credo che ne avrò. Ma se dovesse capitare, stia pur certa che li manderò da lei. Questo è uno sport bellissimo. Ma veniamo al motivo che mi ha indotto nuovamente a disturbarla. Come avrà letto dai giornali, il marito di Allyson Forbes è stato rinviato a giudizio, ma non è l'unico indiziato".
Quando Arnò rivelò il nome dell'altro sospettato, a Roberta Gallozzi per poco non venne un colpo.
Ma le sorprese per il tecnico delle Yellow Tigers non erano finite. "Manzi amante di Allyson? Ma non è possibile!".
Dopo averla informata del perchè invece era possibilissimo, Arnò chiese: "Che tipo è Flavio Manzi?".
"Le dico questo: se mi costringessero a vivere il resto dei miei giorni su un'isola deserta assieme a un uomo, Manzi sarebbe l'ultimissima persona che sceglierei. Un bell'involucro, ecco chi è Flavio Manzi. Dentro non c'è nulla di buono".
"La Forbes evidentemente non la pensava così...".
"Allyson deve aver preso un abbaglio, non c'e altra spiegazione. Non ce la vedo proprio una come lei, intelligente, sveglia, colta, sensibile, assieme a un personaggio del genere. Fosse stato per me, mai e poi mai Manzi avrebbe fatto il dirigente accompagnatore della nostra squadra. Ma non sono io a decidere, purtroppo".
"Lui sostiene che con Allyson è stata la prima volta, giura di non aver mai tradito la moglie con altre donne...".
"Sarà, ma di certo ci ha provato, questo lo posso garantire. Due anni fa, pochi mesi dopo la sua nomina a dirigente accompagnatore, ci ha provato con un'altra nostra giocatrice, ma la risposta è stata picche. Prima che me lo chieda, le dico subito che Allyson non ne sapeva nulla, di queste avances siamo a conoscenza soltanto io, Manzi e la ragazza, che si è rivolta a me per chiedere aiuto".
"E lei cosa ha fatto?".
"Andai da Manzi e gli dissi di lasciarla in pace. Lui mi spinse violentemente contro una parete del suo ufficio e mi minacciò: 'se vai a dire questa cosa in giro, te la faccio pagare!'. Difficilmente io mi spavento, commissario, ma quella volta sono rimasta terrorizzata".
"Le faccio un'ultima domanda: secondo lei Flavio Manzi sarebbe capace di uccidere una persona?".
"Assolutamente sì, commissario".
Mario Corcione
 
FINE DELLA NONA PUNTATA

(la decima sarà pubblicata lunedì 8 maggio)
 
LA PRIMA PUNTATA
http://www.waterpolopeople.com/news/waterpolo-people/ecco-la-prima-puntata-del-nostro-terzo-giallo-sulla-pallanuoto/?back=home
 
LA SECONDA PUNTATA
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LA TERZA PUNTATA
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LA QUARTA PUNTATA
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LA QUINTA PUNTATA
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LA SESTA PUNTATA
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LA SETTIMA PUNTATA
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L'OTTAVA PUNTATA

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