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Editoriale

Il Signore delle Coppe. Da 38 anni

  Pubblicato il 28 Mar 2015  10:16
Oggi l'Editoriale lo dedichiamo a Paolo De Crescenzo con l'articolo pubblicato sul quotidiano napoletano "Il Mattino".
 
L'articolo è di Francesco De Luca
 
C'è un uomo che lega quasi quarant'anni di pallanuoto. Si chiama Paolo De Crescenzo, classe 1950. Da giocatore, vinse la prima Coppa dei Campioni napoletana: anno 1977, era la stella della grande Canottieri di Fritz Dennerlein costretta ad emigrare a Palermo per la finale contro la Marina di Mosca, perché inagibile la piscina Scandone costruita in occasione dei Giochi del Mediterraneo. Da allenatore, ha guidato il Posillipo alla conquista di scudetti e coppe (l'ultima è stata la Supercoppa 2006). Adesso siede sulla panchina dell'Acquachiara, che stasera e l'11 aprile sfida proprio il Posillipo per la Euro Cup 2015. Quasi quarant'anni di trionfi internazionali: il simbolo di questa finale è lui, De Crescenzo, strappato da Franco Porzio, patron dell'Acquachiara, a un'anticipata pensione e riportato a bordovasca per guidare una squadra che inizialmente era un progetto sociale nell'area nord di Napoli ed è diventata subito protagonista della pallanuoto italiana, al punto da sfidare il Posillipo, il club napoletano che ha vinto di più. Anche grazie a De Crescenzo e a Porzio. «Non siamo avversari, ma due facce della stessa medaglia», dice l'ex mancino, diventato grande manager sportivo, presentando questo derby d'Europa.
Si affollano stasera le tribune della Scandone, piscina che avrebbe bisogno di urgenti lavori di ristrutturazione: se c' è pioggia, l'acqua arriva in vasca e sulle tribune. Tanta gente per assistere a un evento storico, la finale tra squadre della stessa città, mai vista in Italia. C' è un solo precedente che risale al 1997, partita tra due formazioni di Budapest. Sarà uno spettacolo, questa sfida, perché ci sono nazionali (due vicecampioni olimpici: Perez per l' Acquachiara e Gallo per il Posillipo) e perché il derby trasmette sempre emozioni particolari. De Crescenzo, che ha solo qualche capello bianco rispetto a trent'anni fa, ricorda ancora i brividi dell' estate dell'85, quando il suo Posillipo sfidò la Canottieri e vinse il primo scudetto della storia. Ad ascoltare Paolo, non è cambiato tanto da allora perché lui continua a reclamare - giustamente - attenzione nei confronti della pallanuoto, lo sport che ha regalato più titoli a Napoli. «Trasmettiamo valori importanti, veri: dovrebbero prendere esempio da noi quelli del calcio», ha sottolineato durante la conferenza stampa di presentazione di gara 1 nel salone del Circolo Posillipo, quella che continua a sentire casa sua, scambiando battute con il giovane collega Mauro Occhiello, carabiniere che ama la pallanuoto e vuole far riaprire dopo nove anni la bacheca di Mergellina.
Ecco, la prima differenza con il calcio: non ci sono veleni, qui sorridono prima di giocarsi una coppa.