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Editoriale

Quanti allenatori, quanti giocatori sanno che la regola del rigore assegnato per comportamento ostruzionistico non è valida in Italia?

  Pubblicato il 02 Apr 2015  10:32
Nel giro di pochissimi giorni, prima in Champions League (partita Szolnok-Jug) e poi in World League maschile (partita Italia-Turchia) si è verificato il medesimo episodio: a pochissimi secondi dalla fine del tempo, dopo un'espulsione temporanea, un giocatore della stessa squadra che ha subito l'espulsione ha allontanato il pallone con il chiaro intento di rendere più problematica, per la squadra in attacco, l'esecuzione dell'uomo in più. Per chiarire i cosa si tratta vi facciamo vedere il filmato del rigore fischiato in Szolnok-Jug, l'arbitro era il nostro Gomez.
 

Gomez ha fischiato il rigore a pochissimi secondi dalla fine della gara. Invece, nell'incontro Italia-Turchia, il penalty per l'allontanamento del pallone è stato assegnato alla fine del terzo tempo e ciò ha generato polemiche. L'allenatore della Turchia, squadra che ha subito il penalty, ha protestato con uno degli arbitri, protesta che è stata sanzionata con un cartellino rosso.
Appare evidente, da questi episodi, che su questa regola non c'è molta chiarezza. E c'è anche ignoranza. Evidentemente il giocatore dello Jug che nella gara di Szolnok ha allontanato il pallone non sapeva dell'esistenza della regola, altrimenti non sarebbe stato così folle da procurare il rigore che ha poi decretato il successo per 8-7 dello Szolnok in una partita per giunta importantissima.
Anche l'allenatore della Turchia evidentemente non era a conoscenza della regola. Ma forse  la sua ignoranza è più giustificabile perchè l'episodio è avvenuta alla fine del terzo tempo, e non alla fine della gara, e su quando va applicata questa regola del rigore per l'allontanamento del pallone non c'è molta chiarezza. C'è chi dice che il rigore deve essere assegnato soltanto nell'ultima azione della partita, chi dice nell'ultimo minuto di gioco, chi dice sempre. Lo stesso regolamento è sibillino. Eccolo:
ARTICOLO 22.8. Sarà assegnato un tiro di rigore se l'allenatore, qualsiasi componente ufficiale del team o giocatore fanno un'azione (evidentemente irregolare, non è specificato, ndr) per prevenire un probabile gol o per ritardare il gioco.
Il regolamento pubblicato sul sito della Fina, dunque, è molto generico, non parla espressamente della situazione dell'allontanamento del pallone nè di quando deve avvenire affinchè sia concesso il tiro di rigore.
Però sul sito dell'Associazione internazionale degli arbitri di pallanuoto c'è una specificazione che riguarda la regola. Eccola: si tratta di situazioni che frequentemente accadono nelle ultime azioni delle partite: dopo l'esclusione di un giocatore, giocare la palla con il chiaro scopo di evitare (ritardare) tiri, passaggi, probabili segnature di rete, secondo la nuova regola WP22.8 è tiro di rigore (è soltanto un esempio di come questa regola sia valida per tutta la durata della partita e non solo negli ultimi minuti).
Quindi, tornando a Italia-Turchia, l'arbitro ha fatto benissimo a decretare il rigore anche se si trattava del terzo tempo, e la protesta dell'allenatore era ingiustificata.
In ogni caso, per evitare polemiche, soprattutto nel corso della partita, è indispensabile una maggiore chiarezza sul regolamento. Una chiarezza che, opportunamente, è stata fatta ad Ostia durante la recente riunione degli arbitri italiani. Il presidente del Gruppo Ufficiali Gara della Fin Roberto Petronilli ha comunicato agli arbitri che, almeno per tutta la durata della stagione 2014-2015, la regola del rigore assegnato per l'allontanamento del pallone è valida solo in campo internazionale. In Italia no. Ma quanti dirigenti di società, quanti allenatori, quanti giocatori lo sanno?
Mario Corcione