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Editoriale

Guardate come siamo ridotti...

  Pubblicato il 05 Mag 2015  17:10
Da cosa si misura l'importanza di uno sport a livello nazionale? Non dai titoli e dalle medaglie vinte, purtroppo. Altrimenti la pallanuoto sarebbe al primo posto.
Si misura, ahinoi, dallo spazio che viene concesso dai quotidiani sportivi, che in Italia sono tre. Li citiamo in ordine di diffusione, e quindi di importanza: La Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport, Tuttosport.
Abbiamo preso a campione il quotidiano sportivo medio, il Corriere dello Sport, ed abbiamo calcolato gli spazi che ha dedicato martedì 5 maggio alle varie discipline sportive.
Il totale delle pagine è 28, ma dobbiamo togliere le 9 occupate dalla pubblicità. Ne rimangono 19, così distribuite:
 
Calcio: 15 pagine (78,9%)
Sci: 1 pagina (5,2%)
Basket: 2/3 di pagina (3,5%)
Motori: 2/3 di pagina (3,5%)
Tennis: 2/3 di pagina (3,5%)
Volley: 1/3 di pagina (1,7%)
Ippica: 16 righe (0,18%)
Atletica: 8 righe (0,092%)
Golf: 7 righe (0,081%)
Pallanuoto: 5 righe (0,057%)
 
Il nostro sport, dunque, è in ultima posizione, con una percentuale che non arriva neppure allo 0,1%, nel giorno in cui in A1 maschile si giocano le gare decisive per l'accesso alla finale scudetto.
Perchè la pallanuoto, nonostante la rilevanza dell'avvenimento odierno, è finita nelle "Brevi" senza per giunta nemmeno un accenno alle semifinali per il 5° posto che vale l'Europa? La risposta è semplice: perchè la pallanuoto in A1 maschile fa di media 200 spettatori a partita.
Certo, con un po' di buona volontà, con una distribuzione delle notizie un po' più razionale (riducendo, magari, qualche mega-foto presente nelle pagine) il Corriere dello Sport avrebbe potuto ricavare uno spazio un po' più decente per la pallanuoto, ma non ce la sentiamo proprio di condannare i colleghi. Non sono loro i "colpevoli" di questa situazione, siamo noi. Perchè da anni, nonostante tutti campanelli d'allarme che ripetutamente suonano stagione dopo stagione, non siamo stati capaci di frenare l'emorragia di spettatori che ha colpito il nostro sport.
Mario Corcione