Nella splendida cavalcata che ha condotto il Setterosa ad una meritata medaglia di bronzo è stata una delle protagoniste. L’universale Chiara Tabani, nuovo acquisto dell’Ekipé Orizzonte, ci accompagna a ripercorrere il cammino del Setterosa, evidenzia i margini di crescita del gruppo e ne delinea le prospettive future. Nel mirino c’è il pass per Parigi 2024 perché all’Olimpiade le azzurre non vogliono assolutamente mancare.
L’Italia torna da Fukuoka con uno splendido bronzo. Che bilancio possiamo tracciare del vostro mondiale?
Un bellissimo bilancio perché è stato un mondiale in crescita con la mia squadra. Siamo contentissime del risultato che abbiamo raggiunto, ci mancava poco per raggiungere un sogno però è come se dovessimo passare tutte queste emozioni e questo percorso per poi andare sempre in crescita. Il bilancio è molto positivo, siamo contente e sappiamo che questa è la strada giusta e che siamo tornate.
Quali emozioni vi ha regalato la sfida con l’Australia e quale è stato il primo pensiero quando l’arbitro ha sanzionato Palmieri con la brutalità?
La sfida contro l’Australia ci ha regalato emozioni indescrivibili perché quando la partita è finita è stato come una soddisfazione immensa che tutte insieme siamo riuscite a raggiungere quello che volevamo in quel momento. Quando l’arbitro ha dato brutalità a Valeria ci siamo guadate, abbiamo detto anche per lei, ancora di più, unite tanto siamo abituate a provare il 6 contro 5. Adesso non abbiamo paura e dobbiamo farlo anche per lei, tutte insieme e più di prima.
Che tipo di crescita segna per la squadra, dal punto di vista psicologico, il cammino compiuto in questo torneo?
Dal punto di vista psicologico è stata una strada importantissima perché quando abbiamo perso contro la Grecia nel girone ci siamo riunite più volte ed è stata lì la chiave perché ci siamo ripetute, diverse volte, che se volevamo creare qualcosa di magico dovevamo essere pronta l’una per l’altra, mano nella mano. Sono certa che questo percorso, per il nostro futuro, ci servirà tantissimo perché ci ha fatto aprire gli occhi sotto tanti punti di vista e quindi bene che sia successo perché doveva succedere.
La svolta è arrivata, senza dubbio, dopo la brutta sconfitta contro la Grecia. Che cosa vi siete dette dopo il ko con le elleniche e prima della sfida con gli USA?
Contro la Grecia è stata una sconfitta tosta perché non avevamo giocato come dovevamo giocare perché quando finisce la partita dicendo ho dato il massimo e ho fatto il mio alla fine è una cosa diversa, lì non è stato così, anzi l’opposto. Ci siamo riunite, ci siamo prese per mano e non ci siamo più mollate da quel momento. Lì è iniziato il nostro mondiale. Come ho sempre detto siamo diventate un’unica persona in quindici corpi, tutte insieme verso l’obiettivo che volevamo.
Quali sono state le chiavi che vi hanno permesso di piegare la corazzata statunitense?
La chiave che abbiamo trovato è stata l’unione, è stata e sarà sempre la nostra più grande forza. Si vede che quando ci siamo l’una per l’altra, tutte insieme con lo stesso spirito e la stessa forza diventiamo noi la corazzata ed è la cosa più bella.
A distanza di qualche giorno quanto brucia la sconfitta contro l’Olanda?
A distanza di una settimana brucia tantissimo la sconfitta con l’Olanda e penso che brucerà ancora tante altre volte perché potevamo continuare ad andare avanti, fare la finale. Sono però sempre dell’idea che se le cose succedono in un modo è perché devono succedere in quel modo. Prendiamo tutto da quella sconfitta, cercheremo di capire cosa non è andato, cosa ci è mancato in quella partita e miglioreremo anche quello. Tutto quello che vivi e quello che passi ti serve per fare quel passo in più.
Quanto manca a questo gruppo per tornare a lottare per una medaglia d’oro?
Non manca tantissimo, però qualcosa manca. Siamo pronte a ripartire a settembre per migliorare quelle sfumature che ancora ci mancano. Sicuramente non smetteremo di lottare o di continuare a credere che prima o poi quella medaglia sarà nostra perché tutti, dalle giocatrici allo staff, lo vogliamo.
Rete che chiude i conti sia con gli USA che con l’Australia. Andiamo verso una Tabani sempre più bomber o la tua natura resta quella dell’universale?
Sono contenta di come è andata. Se ho segnato le reti che chiudono le partite ero sul pezzo ed ero a mille è grazie alla mia squadra, grazie ai loro sguardi, alla loro forza, alla loro energia che dal primo secondo all’ultimo eravamo sul pezzo, concentrate perché volevamo veramente la vittoria. Mi piace essere chiamata universale perché mi piace giocare ovunque, mi piace dare la mia mano in qualsiasi zona del campo. Dove serve un piccolo aiuto in più io ci sono e ci sarò sempre per loro, per lo staff, per il Setterosa.
Nell’immediato post partita hai promesso la qualificazione olimpica. Che cosa serve per staccare il pass per Parigi?
L’ho promesso perché bisogna anche essere un attimo convinti di quello che siamo e di quello che possiamo raggiungere. Sicuramente la strada è lunga e ci vuole la conferma. Lo vogliamo però più di ogni altra cosa e lo abbiamo fatto vedere nel corso dei mondiali. Servirà migliorare queste sfumature che dobbiamo perfezionare per fare quest’ennesimo passo in avanti. Quando miglioreremo questi dettagli arriverà, spero, quello che ci meritiamo ma sono convinta e certa che questa è la strada giusta per arrivare laggiù.
Credit:DBM/ Deepbluemedia
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