Stati Uniti-Ungheria: la Top 5 di Leonardo Binchi
Pubblicato il 17 Feb 2124 19:00
Nella finale di Doha gli Stati Uniti piegano 8-7 una mai doma Ungheria, riconquistano il trono iridato e portano a casa il quinto titolo nelle ultime sei edizioni. Esce dall’acqua a testa alta la formazione magiara che lotta fino alla fine impegnando le quotate rivali in una dura battaglia ma è costretta a capitolare.
Steffens
Fa tutto, le manca solo di fare l’addetta alla piscina. Ha delle entrate talmente esplosive ed una possibilità di essere messa in ogni posto della vasca che è imbarazzante. Sul finale quando è importante si mette a marcare il centro e non perde energie davanti con delle entrate pazzesche. Se si potesse giocare con le squadre miste la porterei volentieri nella mia formazione. Merita il massimo dei voti.
Johnson
Sembra sempre che abbia il battito cardiaco a sessanta, però è presente, fa parate importanti e non si scompone davanti ad un intervento non impeccabile o si esalta su una parata determinante. Sicuramente un punto di forza della sua formazione.
Neszmelyi
Classe 2003, entra dalla panchina e per quasi due tempi ipnotizza le americane con interventi importanti che regalano sicurezza alla squadra che impedisce alle americane di tirare. Entrare ed essere protagonisti a quell’età non è mai facile.
Keszthelyi
Il capitano dell’Ungheria ci prova fino alla fine segnando gol importanti e offrendo tutto il suo apporto alle compagne ma purtroppo non basta.
Raney
Marca bene il centro, un ottimo terzino che quando è davanti punge timbrando una splendida rete in palombella e poi le viene tolto un gol bellissimo in superiorità numerica. Se fossi l’allenatore di una formazione di serie A1 penserei fortemente di prendere questa ragazza come straniera.
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