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Mondiale Under 20, l’Ungheria schianta la Serbia 12-7. I magiari sono campioni del mondo

  Pubblicato il 17 Giu 2123  19:58
Nel pieno rispetto dei pronostici della vigilia sono le due favorite per il titolo a giocarsi la vittoria del Mondiale Under 20. La Serbia, che ieri ha regolato agevolmente la Grecia in semifinale, sfida ad Otopeni l’Ungheria, qualificatasi grazie al successo sugli Stati Uniti. Se nei gironi eliminatori avevamo assistito ad una sfida equilibrata risoltasi solamente ai tiri di rigore il verdetto odierno è diametralmente opposto. Al termine di una partita letteralmente dominata dopo un primo quarto conclusosi in parità l’Ungheria travolge la Serbia 12-7 e bissa il titolo iridato Under 18 conquistato lo scorso anno a Belgrado contro i padroni di casa; a ridurre le proporzioni di una vittoria che non è mai stata in discussione le due reti siglate dai serbi nel finale, a partita ampiamente conclusa. Il sette in calottina scura inizia il match nel migliore dei modi e scappa sull’1-3 grazie alla doppietta dello scatenato Vigvari e al sigillo di Vismeg ma la Serbia trova in Stanic il trascinatore che, con una tripletta, le permette di tenere il passo dei rivali ed impattare sul 3-3 quando suona la sirena che decreta la fine della frazione di apertura. A decidere le sorti del confronto e a sancire l’indiscutibile supremazia della formazione allenata da Kovacs è il devastante 7-0 confezionato tra la parte finale del secondo parziale e l’inizio del quarto. I magiari sono davvero scatenati, alzano un muro imperforabile davanti alla propria porta, sorretti dal solito impeccabile Gyapjas, lasciano a secco gli avversari per quasi diciassette minuti e in attacco colpiscono con impressionante puntualità trovando con continuità la via della rete grazie ad una serie di conclusioni potenti e precise che no lasciano scampo al malcapitato portiere rivale. A condividere il simbolico titolo di top scorer di giornata sono il capitano Vigvari e Tatrai, splendido il poderoso bolide con cui il titolare della calottina numero due timbra il  punto del 9-4, ma è tutta la squadra a girare alla perfezione anche se è doveroso rimarcare, nell’economia del trionfo finale una difesa che intercetta sistematicamente le conclusioni avversarie con le braccia ben protese e le parate in serie dello straordinario numero uno.
Nella finale di consolazione gli Stati Uniti superano nettamente la Grecia imponendosi per 11-6 e conquistano così il gradino più basso del podio.

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