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Ma che pallanuoto volete?

  Pubblicato il 29 Mar 2117  09:20
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Sono molto contento che la Pro Recco abbia voluto onorare il Caimano con la sua mascotte. L'invidia è una brutta "bestia" e piuttosto che dare soddisfazione agli altri del buon successo, c'è chi preferisce denigrare e appiattire tutto. W Pro Recco e W Sport Management se spettacolarizzando l'evento, fanno andare più persone in piscina creando dei veri e propri eventi, facendo pagare o meno l'ingresso. Tutti dovremmo coglierne l'esempio ed entro i nostri limiti, provare a replicare quanto possibile senza svenarsi ma facendo tutto quanto è possibile. Credo che Dario Di Gennaro stimato giornalista, cronista e amico della pallanuoto faccia sempre delle analisi corrette e molto trasparenti. Credo che tutto il discorso si riassuma al punto 8, se si vuole fare qualcosa ma non si sa esattamente cosa, piuttosto che sbagliare o restare fermi, è meglio copiare e solitamente chi copia, sceglie di copiare il meglio non il peggio. Se volete aprire un parco divertimenti copiate dagli americani che sono maestri nel creare show anche con la "balla di fieno" più grande del mondo. Bisogna sviluppare un progetto evidenziando tutti i punti che servono a promuovere il movimento e poi vedere quali sono realizzabili in tempi brevi e quali in tempi più lunghi. Ci vogliono dirigenti che, seppur volontari, seguano in modo specifico il loro compito e ne diano conto alla società. Qui però poi interviene l'altro aspetto negativo ovvero l'altruismo Ma se io società, faccio tutto questo, sono proprio sicuro che il ritorno sia tutto per me? No, nulla è certo nella vita, ma se siamo bravi e offriamo un buon prodotto, perché mai qualcuno dovrebbe andare dalla "concorrenza"? E se anche così fosse, non sarebbe comunque meglio che più persone giocassero a pallanuoto? Sarebbe meglio per tutti, intanto si crea l'indotto e la disciplina viene conosciuta, la concorrenza stimola a migliorarsi. Creato un prodotto professionale e/o gradevole allora si può pretendere di più da tutti. Per l'arbitraggio è presto detto, pur sapendo che arbitrare è davvero difficile e tutti in acqua e fuori fanno di tutto per trarne vantaggio personale. Se c'è un regolamento chiaro ed efficace, si APPLICA e non si INTERPRETA come troppo spesso oggi accade, togliendo così ogni possibile spettacolarizzazione. Infine il risultato sportivo, " È tutta colpa del Recco che vince tutto e ammazza il campionato". Ma è davvero così schifoso arrivare secondi o terzi? In questa società moderna è importante solo chi arriva primo ma nonostante ciò c'è chi continua a partecipare alle competizioni pur sapendo già in partenza di non arrivare mai e dico mai, a podio. Guardiamo il mondo dei motori, il calcio, basket. volley etc. ci sono squadre che non vincono mai, da anni sono fanalino di coda, mirano e possono permettersi economicamente solo di salvarsi. Per fortuna che ci sono anche loro, altrimenti molto probabilmente arrivare terzi potrebbe anche essere arrivare ultimi. La pallanuoto è uno sport di "nicchia" ma così continuando lo sarà sempre di più; invertiamo la tendenza, facciamo venire sempre più bambini e bambine a praticare la pallanuoto e allora anche la FIN e ogni singolo Comitato Regionale si accorgerà che qualcosa sta cambiando. Questo è il mio personalissimo pensiero.
Alberto Elmi
 
La pallanuoto è uno sport di “nicchia” e su questo non c’è dubbio, come è altresì indubbio il fatto che non sia un prodotto facilmente vendibile. Il fatto che non sia semplice da vendere non vuol dire però che sia impossibile farlo, vuol dire che servono ancora maggiori competenze manageriali, dirigenziali ed idee nuove per fare ciò. Solo così si può aumentate l’appeal per sponsor e nuovi investitori. Naturalmente non bastano solo le idee ma servono anche impianti moderni, fruibili, accoglienti e ben organizzati, all’interno dei quali ogni partita deve diventare un evento spettacolare a 360°. Tutto ciò non ha niente a che vedere con il livello tecnico, gli arbitri, la moviola, il regolamento, perchè queste sono considerazioni, che il grande pubblico a cui la pallanuoto dovrebbe ambire a rivolgersi, non è proprio in grado di fare. Quanti di noi conoscono a mena dito il regolamento o sanno leggere tatticamente una partita di rugby, basket, pallavolo o ancora di più come sono organizzate le loro federazioni, ma intanto sono sport che tutti guardiamo e seguiamo. Impariamo dagli altri sport, impariamo da chi ha fatto meglio di noi, riconosciamo che c’è chi prova e riesce a farlo, cerchiamo di crescere, non pensiamo sempre e solo a criticare. Iniziamo proprio mettendo alla porta chi in ogni piscina d’Italia parla e straparla di una vecchia pallanuoto che in realtà era ancora più piccola, disorganizzata, estemporanea e provinciale. In molti non sanno di che parlano perché chiusi nel loro passato e incapaci di rendersi conto di quale sia la strada per andare avanti. Ma purtroppo spesso l’opinione la fa la massa e la massa è sempre quella più criticona e mentalmente chiusa.
Vittorio
 
Non si può non essere d'accordo su tutti i punti.... Molto diplomaticamente non viene però toccata la questione arbitri. Nella pallanuoto l'arbitraggio ha un potere a mio parere esorbitante in grado di condizionare il risultato soprattutto in partite con equilibrio sostanziale in campo ( e sono molte queste partite soprattutto nella zona medio bassa della classifica). Di sicuro le colpe non possono essere attribuite solo agli arbitri, quanto all'assurdità dei regolamenti partoriti a suo tempo. Quante volte ho visto espellere un giocatore perchè aveva alzato le braccia per semplice stizza! Queste severità non hanno senso e mortificano la pallanuoto.
fosforo
 
LA REPLICA DI DI GENNARO
Mi scusi signor Fosforo ma respingo al mittente l'ipotesi che "diplomaticamente non viene toccata la questione arbitri". Per due ordini di motivi: 1) se c'è da bastonare la classe arbitrale non mi sono mai tirato indietro; e più importante 2) qui non si affronta l'aspetto tecnico ma quello organizzativo manageriale delle società che è latitante o addirittura assente. Poi, assolutamente rispettabile il suo parere ma in questo contesto è fuori tema.

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