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La voglia di continuare a stupire il mondo di un gruppo di giovani dal futuro assicurato contro il desiderio di tornare ad essere protagonisti assoluti della scena continentale per dimenticare la delusione di Spalato e continuare la corsa verso il pass olimpico. Nell’incontro di apertura dei quarti di finale dei campionati europei l’Ungheria, qualificatasi come prima nel girone A grazie alla miglior differenza reti nella classifica avulsa, affronta a Zagabria, fischio d’inizio previsto domani alle ore 15:00, la Serbia che nel crossover di ieri ha superato 14-10 la Francia. La premessa doverosa di un’analisi esaustiva non può non partire dalla straordinaria profondità di rosa che, grazie all’eccellente lavoro svolto dal settore giovanile, vanta il movimento magiaro, condizione che ha concesso a Zsolt Varga, già in possesso del biglietto per Parigi, di lasciare a casa buona parte della squadra iridata di Fukuoka per concedere una preziosa opportunità ai campioni del mondo Under 20. La squadra ha risposto fin da subito presente e, pur peccando in termini di esperienza nei grandi eventi, è cresciuta di partita in partita proponendo una pallanuoto brillante, giocata a ritmi alti, con difesa aggressiva e attacco veloce. Il sette in calottina bianca potrà scendere in acqua con la serenità di chi non ha nulla da perdere e la consapevolezza che ogni successo arricchisce il bagaglio di un gruppo che può consentire all’Ungheria di prolungare il suo dominio in campo internazionale. Sul versante opposto inizia a raccogliere i frutti del suo lavoro Uros Stevanovic che sta cercando di riportare in alto i delfini e di completare il processo di ricambio generazionale iniziato dopo il ritiro dei campioni che hanno costituito l’ossatura della squadra vincitrice degli ultimi due ori olimpici. Il disastroso nono posto di Euro 2022 ha relegato nella Divisione II della nuova formula una compagine che, dopo il quarto posto dell’ultimo campionato del mondo, ha potuto contare su un girone iniziale decisamente morbido per entrare nella competizione e rifinire sia la condizione atletica che gli automatismi di gioco in vista delle sfide decisive. Denota già un’eccellente tenuta mentale la formazione serba che nello spareggio con la Francia ha duellato a viso aperto con i transalpini nei primi sedici minuti per poi crescere alla distanza e piazzare l’accelerazione decisiva nella seconda parte della contesa. Il ritorno in squadra di Mandic è la novità più grande rispetto alla rosa che ha giocato la scorsa estate in Giappone e nella sfida con i transalpini il numero due ha dimostrato di viaggiare su ottimi standard segnando un poker di reti al cui interno brilla la deliziosa parabola del provvisorio 4-3.