Italia-Croazia( 4-3;2-3; 2-4;2-2)
Italia: Giannotti, Provenziani 1, Bragantini 2, Agnolet 2, Giglio Rossi, Gullotta 2, Florena, Somma, Marini 2, Urbinati 1, Rocchino, De Simon, Valle.
Allenatore: Angelini.
Croazia: Cubranic, Burdelez, Dodoja, Stojanac 1, Cicero 1, Bakaric, Mozara 1, Radan 3, Pavlic 2, Kolak, 3 Jankovic 1, Mihaljevic, Cosic.
Allenatore: Koljanin
Arbitri: Duraskovi(Mon)-Andelic(Srb)
La vittoria del titolo rappresentava, senza dubbio, l’ambizione principale, seguita a ruota dalla conquista di un piazzamento sul podio ma anche concludere il torneo iridato di categoria nella top five costituisce un risultato di assoluto prestigio. Nel tentativo di provare a centrarlo l’Italia Under 18, reduce dal successo sulla Grecia, affronta a Belgrado la Croazia nel match che assegna il quinto posto del campionato mondiale. Termina purtroppo con una sconfitta la spedizione degli azzurrini che al termine di un match dai due volti e nel quale l’arbitraggio desta qualche perplessità, sia per l’espulsione di De Simon che per qualche decisione controversa nel finale, cedono con il punteggio di 12-10 e concludono con un sesto posto che lascia un minimo di amarezza. Il sette in calottina bianca approccia l’incontro nel migliore dei modi, detta il ritmo delle operazioni e passa più volte in vantaggio prima che Pavlic, in superiorità numerica, timbri il punto del 6-6 che manda le due contendenti alla pausa di metà partita. Il confronto vive il suo epilogo quando i croati, nella terza frazione, operano il break di 4-2, nel frangente è decisivo Kolak con una tripletta, grazie al quale assumono il controllo delle operazioni per poi respingere al mittente i tentativi di recupero della formazione italiana nel periodo di chiusura. I croati sbagliano diverse volte nelle situazioni con l’uomo in più ma registrano comunque un positivo cinquanta per cento di realizzazione in questo fondamentale mentre gli avversari rispondono con un 4/12 che certamente influisce sulle sorti della propria prestazione. Capitan Somma e compagni possono recriminare proprio su quella che è stata la prova offerta in fase offensiva perché troppi sono stati gli errori commessi quando bisognava finalizzare lo sviluppo delle trame di gioco che la squadra ha saputo ben costruire.
Credits: Slobodan Sandic/Serbian Waterpolo Federation
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