L’allenatore Marco Risso saluta Bologna, città che l’ha accolto per ben sei stagioni coi colori della President Bologna, club storico felsineo. Un lungo viaggio che l’ha visto affrontare diverse stagioni in serie A2, per poi giocarsi un anno di B, in seguito alla cessione del titolo e riconquistare l’anno seguente la promozione. Oltre all’impegno con la prima squadra, è grande il lavoro svolto anche con le giovanili, che in questi anni ha fatto crescere sia a livello regionale che nazionale, portando tra le prime file anche giovani che hanno raggiunto l’impegno con la calottina azzurra, come Riccardo De Simon convocato per i mondiali U20 da poco terminati. Con Bologna si chiude un capitolo, ma Marco è già pronto ad aprirne uno nuovo, con la passione e dedizione che lo contraddistingue.
Grazie Marco, in bocca al lupo per tutto!
“Sono stato sei anni a Bologna, mai così tanto fuori dalla Liguria anche se ho girato molto e posso dire che sono stati sei anni meravigliosi. Ho conosciuto molte persone, una regione dal punto di vista pallanuotistico non ai massimi livelli ma una terra ricca e accogliente, piena di bellissimi posti da visitare. Ho deciso di cambiare dopo sei anni molto intensi, interrotti nel mezzo dal Covid che ha cambiato radicalmente i programmi e gli obiettivi del club coinvolto direttamente da questa sciagura. A quel punto io coi miei giocatori ed il mio staff tecnico abbiamo dovuto avviare una ricostruzione, ma in un triennio siamo ritornati a livelli importanti lanciando decine di giovani arrivati fino alle nazionali giovanili e mai così in alto a livello giovanile nella storia dell’Emilia-Romagna. Di questo sono molto orgoglioso, dispiace solo che le finali dei giovani disputate il weekend scorso siano state rovinate da una bruttissima pagina di scorrettezze.
Detto questo ringrazio il Presidente, tutto lo staff dirigenziale, il preparatore atletico, l’allenatore del settore giovanile, ringrazio soprattutto le famiglie dei ragazzi che mi hanno supportato e accolto come uno di loro e tutti i miei ragazzi storici Federico Belfiori, Francesco Marciano, Marco Moscardino, Daniele Parisi, Corrado Cecconi e Cristiano Campolongo, coi quali ho stretto proprio un bellissimo rapporto. Un mio vecchio allenatore un giorno mi disse che quando ti accorgi di essere troppo legato a un giocatore o ad un gruppo significa che è arrivato il momento di cambiare perché a quel punto è difficile prendere delle decisioni per il loro bene. Ci rivedremo sicuramente su tutti i campi da grandi amici, ora comincio la mia missione in un'altra città con la stessa fame e ambizione del primo giorno”.
Credit: Matteo Orsoni
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