Il ricordo di Paolo De Crescenzo vive ancora, indelebile, nel cuore dei suoi atleti
Pubblicato il 02 Giu 2122 19:33
Si rinnova ormai, da cinque anni a questa parte, il ricordo di un tecnico eccellente, di una leggenda della pallanuoto ma soprattutto di una persona dall’enorme spessore umano e culturale perché questo rappresenta, probabilmente, l’eredità più grande che Paolo De Crescenzo ha lasciato come segno tangibile della sua testimonianza di vita. A ricordarne, nel modo più bello ed affettuoso, la figura e la sua grande umanità non possono che essere alcuni tra gli atleti con cui il tecnico partenopeo ha lavorato in una carriera lunga e ricca di successi.
Franco Porzio
Paolo De Crescenzo ha rappresentato tantissimo per la pallanuoto italiana e napoletana, in particolare per il Circolo Canottieri Napoli ed il Circolo Nautico Posillipo. Ha allenato i migliori giocatori che, sotto la sua guida, hanno vinto scudetti, Coppe dei Campioni e partecipato a mondiali, olimpiadi ed Europei. Ha allenato i giocatori che hanno scritto la storia della pallanuoto italiana ed ha così offerto un apporto notevole alle vittorie e la crescita umana dei pallanuotisti avuti a disposizione. Il mio ricordo è indelebile non solo nei confronti dell’allenatore ma soprattutto dell’amico e del rapporto umano con lui instaurato. Non dimentichiamo poi che ha allenato la nazionale italiana che ha sfiorato la medaglia d’oro ai mondiali.
Mario Fiorillo
Riassumere lo spessore umano di Paolo in poche parole è impossibile. Una grande persona ed un esempio da cui in tanti hanno appreso come relazionarsi alla vita.
Di De Crescenzo allenatore parlano i titoli e i numeri. Sono innumerevoli i ricordi legati ai numerosi trionfi di quell’epoca ma anche alle sconfitte importanti che ci hanno aiutato a crescere.
Ricordo in particolare la prima finale scudetto contro il Circolo Canottieri Napoli, club di cui, da giocatore, Paolo aveva i colori cuciti addosso. La serie si risolse alla terza gara e il nostro mister fu capace di accompagnarci con la massima clama ad una partita decisiva che si sarebbe giocata in una piscina che, già da una settimana, registrava il tutto esaurito. Ci disse: “Pensiamo a divertirci e a giocare la pallanuoto che conoscete, il resto sarà una conseguenza. Con quelle parole ci regalò serenità e ci consegnò, nei fatti, il timone della partita”.
Stefano Postiglione
Paolo De Crescenzo. Prima amico e poi allenatore. Molto spesso parlavamo di tutto tranne che di sport. Serve anche questo agli atleti, specie se ancora giovani come noi in quel periodo. E se nel 2000 il Posillipo era la squadra più forte d'Europa lo deve principalmente a Paolo e alla società che ci sosteneva non senza difficoltà. Ma il tecnico, amico, allenatore, un po' psicologo era lui! Paolo. Ha tenuto insieme nel corso degli anni tutta una serie di giocatori che si avvicendavano tra di loro. Il nucleo della squadra era costituito dal vivaio del Posillipo, coppie di vari fratelli ben formate dai precedenti allenatori, che negli anni a venire si integrava con altri campioni compreso fantastici stranieri (ungheresi in primis poi serbi, croati, montenegrini e altri ancora). E non era facile gestire tutte queste teste! Paolo però ci è riuscito e le ha portate ai vertici europei! Questo è! E noi lo ringraziamo ancora.
E poi la vedeva lunga un po' in tutto. Al giorno d'oggi qualche suo consiglio sarebbe stato un bene prezioso.
Michele Baviera
Paolo per me è stato oltre che il nostro allenatore un fratello maggiore. È stato in grado di ottenere da tutti noi il meglio che potevamo dare. L'ho sempre definito un ottimo psicologo. È riuscito a fare di noi una squadra vera nonostante la nostra giovane età. A parte lo straniero e i portieri io e Stefano (Postiglione) eravamo i più "vecchi" e abbiamo vinto il primo scudetto nel 1985 a 24 anni! Probabilmente è riuscito a trasmetterci un mix di quelli che erano stati i suoi insegnamenti con Fritz Dennerlein ai quali vanno aggiunti i suoi con noi atleti. E mi vien da dire con "discreti" risultati. Nonostante io abbia lasciato il Posillipo a 26 anni per tornare a Salerno ogni volta che ci incontravamo era sempre un piacere dialogare con lui. Quando ci penso mi manca. Ha fatto parte del periodo più bello della mia carriera sportiva e non lo dimenticherò mai!
Carlo Siena
Paolo: un compagno di squadra prima ed il mio allenatore poi. Mi manchi, Carlo
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