Il processo alle Olimpiadi con Binchi e Postiglione: i verdetti delle semifinali maschili
Pubblicato il 10 Ago 2124 07:16
Nella giornata delle semifinali il palcoscenico lo prende la partita Italia-Spagna. L’Italia volta le spalle alla giuria durante l’esecuzione degli inni nazionali, conquista la prima palla al centro con Condemi che esce, non gioca come se avesse avuto la squalifica per brutalità, poi revocata, e gioca i primi quatto minuti in uomo in meno. Una protesta pacifica, giusta che però non deve finire qua, deve essere una protesta fatta per sedersi al tavolo con chi comanda il nostro mondo, dagli arbitri ai dirigenti, e cercare di migliorarlo. L’Italia perde ma il risultato in questa partita non conta fondamentalmente niente.
Nella prima semifinale per il podio la Serbia batte gli Stati Uniti. Troppo più cattiva, troppo più abituata a giocare queste partite la truppa di Stevanovic. Gli americani sono belli da vedere, hanno disputato una buona Olimpiade, ma ancora molto yankee nel gioco quindi poco controllo della palla in attacco, accelerazioni in momenti scellerati, invece la Serbia, sorniona e cinica, abituata a giocare le partite in cui la posta è alta si trova a suo agio in questi match.
Nell’altra partita l’Ungheria perde meritatamente perché la Croazia comanda completamente il gioco a parte l’1-3 iniziale in cui subisce una piccola sbandata ma poi ha sempre il boccino del gioco in mano sostenuta da un magnifico Bijac che praticamente para tutto. In avanti all’inizio c’è uno scatenato Fatovic che timbra una straordinaria cinquina con il cento per cento al tiro e poi sale in cattedra Bukic. La formazione di Tucak dimostra di saper lottare anche senza Kharkov che esce abbastanza presto per tre falli ed ottiene una vittoria meritata. Nonostante le regole cambino, nonostante ci sia il Var e si cerchi di velocizzare il gioco la finale è sempre il derby balcanico Serbia-Croazia.
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