Tocca ai quarti di finale maschili regalare quella che, fino ad ora, è la giornata che regala le maggiori emozioni alla rassegna iridata di Fukuoka. Quattro sfide che, pur seguendo ciascuna un copione diverso dall’altra, regalano emozioni in serie e si risolvono tutte sul filo di lana.
“Come sempre le partite dei quarti sono le più difficili perché sono quelle in cui ci si gioca di più. Le grandi hanno sofferto e qualcuna ci ha rimesso le penne come l’Italia. L’Italia perde contro una Serbia granitica, formazione che è vero che ha cambiato molto ma è sempre una nazione in cui la pallanuoto è uno dei primi sport, una nazionale che la pallanuoto la sa giocare, che ci ha messo molto in difficoltà, con Jaksic e Rasovic che hanno tenuto su i suoi e hanno permesso di rintuzzare ogni volta il vantaggio deli azzurri. Il Settebello deve recriminare su un approccio non dei migliori, non troppo cattivo, c’era l’idea che in un modo o nell’altro la portassimo a casa, non è stato così, alla fine loro restano attaccati all’Italia che ha un Di Fulvio straordinario e però nel finale subisce quel gol per una disattenzione difensiva, il punto del definitivo pareggio della Serbia. La lotteria dei rigori poi può andare in un modo o nell’altro, questa volta è andata male e noi ci dobbiamo accontentare delle posizioni di rincalzo. Non gettiamo la croce su un giocatore, non gettiamo la croce su una squadra, vero è che purtroppo ci dobbiamo accontentare e avanza la Serbia.
La Grecia idem ha faticato tantissimo con il Montenegro ma porta a casa la partita, 10-9, soffrendo anche giocando male, non al meglio per merito degli avversari però poi una soluzione individuale ha reso agli ellenici la vittoria, il gol di Skoumpakis su un diagonale pazzesco, incredibile proprio nel momento più importante del match i greci hanno trovato il guizzo decisivo. Resta una squadra molto solida, molto forte che prosegue il suo cammino nel torneo. Appalusi al Montenegro di Radovic mentre dall’altra parte Genidounias, autore di cinque reti, è stato davvero eccezionale. È stata una partita molto difficile con il Montenegro che era 7-7 poi c’è stato l’allungo decisivo della formazione di Vlachos per la vittoria.
Ungheria-Stati Uniti finisce con la vittoria del sette in calottina bianca, affermazione che ad un certo punto sembrava rotonda ma è stata una partita che ne ha contenute tre al suo interno. La prima finisce 4-4 al termine del primo tempo, una partita con le squadre bloccate che giocano curandosi molto, evitando i rischi, con alte percentuali di realizzazione. Poi c’è la sciagurata decisione degli arbitri di sanzionare la brutalità a Ben Hallock e a quel punto gli Stati Uniti ci danno dentro, inizia un’altra partita con l’Ungheria che non riesce ad approfittare della situazione contro una rivale che non molla mai. Inizia ancora un’altra gara, quella in cui l’Ungheria si porta avanti fino all’11-7, sembra fatta, sembra chiusa la contesa ed invece gli americani la riaprono con un pressing dai grandi rischi, di grande cuore, di generosità, di fisico, si portano ad un possesso dal pareggio e poi sprecano proprio nel finale con Hooper. Vero è che bisogna calcolare i quattro minuti di inferiorità numerica, due rigori sbagliati dagli americani che alla fine, in un modo o nell’altro, quando la partita si fa dura, nelle grandi competizioni internazionali, pagano l’ingenuità anche se questa volta Udovicic aveva forse la squadra più quadrata ed europea per quel che abbiamo visto per quanto riguarda il gioco degli Stati Uniti ma alla fine il DNA è quello e alla fine prevale l’Ungheria.
Per la Spagna vale lo stesso discorso fatto per l’Italia e per la Grecia, gioca male, fa fatica, però vince una partita difficile che le regala un’enorme iniezione di fiducia. Poche squadre al mondo avrebbero vinto quella partita, in quella condizione, quando i transalpini sembravano aver messo la museruola completamente alla Spagna. Partita di intelligenza sublime quella dei francesi che giocano a non giocare, a non far giocare gli iberici, non gli permettono il ritmo alto, le ripartenze, giocano sempre con un occhio particolare alla gestione dell’attacco per evitare di esporsi al pericolo delle controfughe nel momento in cui perdono la palla. Funziona benissimo perché ad un certo punto i francesi conducono 6-4 poi però la Spagna in un modo o nell’altro, le grandi squadre fanno così porta a casa il risultato. Si iscrive nel tabellino dei marcatori anche Granados, annullato fino a quel momento, e che segna un gol fondamentale. La Spagna va avanti”.
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