Il Setterosa batte gli Stati Uniti, scrive la storia e vola in semifinale. Nelle altre partite nette affermazioni per Spagna e Olanda mentre l’Australia supera, con merito, la Grecia.
"La notizia è che oggi l’Italia batte la corazzata statunitense. La squadra disputa una partita strepitosa, corale, trascinata da una Banchelli strepitosa ma tutte danno il proprio apporto guidate dal proprio allenatore che, in un anno e mezzo, le porta tre volte tra le prime quattro in altrettante competizioni internazionali, direi non male. Buttiamo fuori gli Stati Uniti che probabilmente ci sottovalutano un po’ all’inizio della partita pensando di fare un sol boccone ma noi, l’Italietta come più volte ho detto in telecronaca, rimaniamo là tignose, fastidiose, teniamo la forbice stretta, mettiamo la testina avanti e poi non ci riprendono più. Tanto di cappello a questa nazionale che si ricostruisce dopo una sconfitta contro un’ottima Grecia che oggi perde da una grandissima Australia. Noi siamo riusciti a ricostruirci in poco tempo grazie alla nostra guida, allo staff e allo spirito delle ragazze, ci meritiamo tutto. Adesso non è finita perché adesso andiamo in semifinale a prenderci la finale e il pass olimpico, è doveroso.
Affronteremo una nazionale difficilissima, l’Olanda che passeggia con il Canada in un primo tempo in cui le nordamericane non scendono in acqua e le rivali ne fanno un sol boccone, vanno via sul velluto. Partita quasi non classificabile perché le canadesi quasi non portano nessun contrasto alle arancioni che sono una squadra quadrata, ostica. Hanno tiratrici, mancina, portiere, centroboa, difensori. Sarà veramente una battaglia durissima quella che ci aspetta in semifinale però intanto noi ci siamo arrivati.
Complimenti all’Australia per la vittoria sulla Grecia, successo maturato grazia alla capacità delle australiane di adeguarsi ad una partita che non era quella che loro avrebbero preferito: ritmi alti, mani addosso, controfughe, ecc. Era una partita che la Grecia aveva incanalato più sui suoi binari, quelli di un gioco controllato, di difesa a zona, tenere molto la palla e rallentare il gioco. Proprio su questo aspetto l’Australia, alla fine, si è dimostrata anche superiore. Primo tempo a favore delle greche che sono pericolosissime, soprattutto con i loro centri, poi piano piano l’Australia si rimette in scia, chiude il primo tempo sotto di uno e nel secondo parziale scava il solco che sarà definitivo perché parte da -1 e chiude a + 2 con un parziale di 4-1 contrassegnato dai gol di Kearns, al centro, di Halligan, da fuori e di rigore, e del capitano Arancini. A quel punto la Grecia inizia a vacillare, la fisicità delle australiane si fa sentire e alla fine vincono con merito loro controllando l’ultimo tempo “calcistico” da 0-0 con una percentuale accettabile di superiorità numerica, 30% per l’Australia che ha vinto mentre la Grecia chiude davvero male in questo fondamentale perché la percentuale di realizzazione è solo del 14%. Australia con merito in semifinale.
Per la Spagna è fin troppo agevole il match contro l’Ungheria. Finisce 12-9 ma parliamo di una partita che non è mai stata in discussione. Merito della Spagna o demerito dell’Ungheria? Questa è una domanda che lasciamo ai posteri anche se forse i numeri ci aiutano. La Spagna ha giocato una partita praticamente perfetta, senza rischiare niente e mantenendo un certo margine, quindi anche un po’ di conserva senza rischiare troppo e senza mai accelerare troppo. Una formazione spagnola che è stata molto precisa in superiorità numerica, più del 60% per le iberiche capaci poi di lavorare bene al centro, di conquistare espulsioni e di segnare anche in qualche occasione. I gol esterni hanno aiutato molto la squadra di Miki Oca a conquistare la vittoria. Brillano soprattutto la Forca, la mancina titolare della calottina numero nove che ha segnato cinque gol, giocatrice che aveva iniziato la partita con il 100% e chiude con il 71% al tiro, cinque gol su sette tentativi. Bene anche la Camus che segna due gol, poi gli aiuti arrivano da tutte le altre compagne con la baby Elena Ruiz che timbra due reti su altrettanti tentativi e sa giostrare molto bene il gioco d’attacco della sua squadra. Spagna dunque avanti con merito, demerito per l’Ungheria assai imprecisa, un uomo in più molto basso, ampiamente sotto al 30%, squadra in cui la Keszthelyi si arrende per ultima, tre gol per la fuoriclasse magiara. La migliore è stata senza dubbio la Garda, autrice di quattro gol su altrettante conclusioni scoccate verso la porta dell’ottima portierina spagnola Terre. Ultima annotazione: dominio assoluto della Spagna nel possesso palla che va sottolineato perché Bea Ortiz e compagne hanno giocato più di tre minuti con la palla in mano rispetto alle ungheresi: 17’49’’ contro 14’07’’ e questo la dice lunga".
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