L’Italia travolge la Francia e chiude quinta. La Spagna piega la Serbia e si conferma sul podio. Regala spettacolo ed emozioni la finalissima tra Grecia ed Ungheria, sfida decisa ai rigori dalle parate dello straordinario Vogel che consegna il quarto titolo iridato della loro storia.
“La finale premia, con merito, l’Ungheria e punisce, senza alcune demerito, la Grecia che avrebbe meritato anch’essa la vittoria, non solo per l’impegno e le capacità pari a quelle dei magiari ma anche per la sfortuna perché alla fine ha avuto due clamorose occasioni per ottenere il successo nei tempi regolamentari: ricordiamo tutti l’errore di Kakaris a tu per tu con Soma Vogel che si è svegliato praticamente in quel momento da una partita fin lì insufficiente, bucato più volte dalla lunga distanza dai greci, para questa conclusione a botta sicura e poi c’è l’errore che pesa tanto di Vlachos che, molto generosamente si è assunto tutte le responsabilità, ha chiesto scusa a tutti i tifosi della Grecia per quel time-out chiamato quando mancavano pochi secondi, la squadra aveva recuperato il pallone e andava in contropiede 2 contro 1, lui ha chiamato il minuto di sospensione e poi gli ellenici hanno giocato l’uomo in più ma non hanno sfruttato l’occasione e si è andati alla lotteria dei rigori. Lotteria dei rigori che non è poi tanto lotteria perché c’è il miglior para rigori del mondo che è Soma Vogel che riscatta una partita fin lì mediocre parando quattro tiri su sette ai rivali e spingendo dalla propria parte la vittoria. Ungheria che torna sul massimo gradino mondiale con grande merito, parliamo di una squadra che ha delle individualità stratosferiche. I due mancini sono capaci di ribaltare ogni partita, Zalanki sicuramente è stato uno dei migliori, è stata capace anche con Manhercz dalla mano destra, posizione 4-5, a trovare grandissimi gol. Il gol più bello del mondiale è forse quello del numero tre con doppio dribbling anche sul portiere avversario per una rete da cineteca. Basta per vincere la medaglia d’oro che va sul collo dei magiari con grande merito.
Nella finale per il terzo posto il copione è rispettato per metà partita con la Serbia che ci prova, grande fisicità, grande ritmo, finché tiene fisicamente è in corsa con la Spagna. Poi proprio per questa grande voglia di fare, forse di strafare, e per la fatica che si fa sentire sugli uomini chiave paga dazio ad una Spagna che fa sfogare un po’ la Serbia e poi la punisce in maniera spietata. Nella seconda parte della gara l’unico gol dei serbi è un clamoroso autogol di testa di Perrone, ancora una volta tra i migliori dei suoi per precisione, lucidità e capacità di realizzare le reti fondamentali. Nella Serbia Jaksic prova a trascinare i suoi, come aveva fatto con l’Italia, ma qui li spinge a fondo perché, ad un certo punto, esagera con tante forzature su cui la Spagna va a nozze con i contropiedi. La Serbia prova ad alzare il ritmo e alla fine ne paga le conseguenze perché chi ne approfitta di più è la formazione iberica che con merito dà continuità ai suoi risultati con il terzo mondiale consecutivo sul podio per i compagni di Perrone con un Granados sempre molto pericoloso e la capacità di punire gli avversari da tutte le posizioni del campo. Grande la prova del sette allenato da Martin in questo torneo, ottima la Serbia che chiude in quarta posizione.
L’Italia gioca con la Francia una partita praticamente fotocopia di quella vista nel girone. Per due tempi soffriamo, poi ce ne andiamo in maniera netta, il 7-3 di parziale della terza frazione la dice lunga dopo che la partita era stata in grande equilibrio. Quando iniziamo a giocare i francesi calano fisicamente dopo averci messo in grande difficoltà. La prova odierna è la dimostrazione di un Settebello che chiude a testa alta ottenendo il massimo risultato possibile dopo l’inciampo con la Serbia dimostrando che il ko nei quarti è stato un episodio sfortunato come ha spiegato Campagna anche per demeriti nel non saper far prendere alla partita la direzione che volevamo. Ci sta in un Mondiale di perdere ai quarti, tra l’altro solo ai tiri di rigore, usciamo senza aver mai perso. Chiudiamo con un quinto posto molto onorevole. Settebello che alla fine non tradisce perché anche quando perde si rialza, diventa più forte di prima ed ottiene un grande risultato. Battere il Montenegro, dopo l’eliminazione, non è stato facile ed è stata la prova di una squadra che c’è. Avremmo meritato molto di più in questa rassegna iridata però lo sport è così e bisogna, sportivamente, accettare l’esito finale. Complimenti al Settebello e complimenti alla Francia che è salita molto di livello”.
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