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Lo scorso 8 Agosto ha conquistato la medaglia d’oro alle Universiadi, primo prestigioso successo internazionale della sua carriera. Ora però è già pronto a mettersi in gioco per la sua nuova avventura, l’esperienza che deve consacrarlo ai livelli più alti, sia in ambito nazionale che internazionale. Francesco Faraglia, uno dei migliori prospetti della pallanuoto italiana, torna sul successo ottenuto a Chengdu, ci svela come si è sviluppata la trattativa conclusasi con il suo arrivo all’AN Brescia e delinea le prospettive per la nuova stagione. Il centrovasca romano ha iniziato, con grand entusiasmo, a lavorare agli ordini di Bovo

 

La vittoria alle Universiadi rappresenta il primo grande titolo della tua carriera. A distanza di una settimana che tipo di emozioni provi quando ripensi al trionfo di Chengdu?
Sicuramente la contentezza è ancora tanta perché appunto è il primo titolo di una, mi auguro, lunga serie. Allo stesso tempo c’è anche un po’ di dispiacere e di mancanza in un certo senso perché grazie all’intesa creatasi con la squadra, che ha reso tutto più piacevole, ci siamo divertiti parecchio ma sono sicuro che ci sarà modo di rilavorare insieme.

 

Hai vissuto un’estate nella quale hai ricevuto numerose offerte allettanti. Come e quando nasce la trattativa conclusa con il tuo arrivo all’AN Brescia?
È nata da un articolo che ho letto intorno a fine aprile, se non ricordo male, che speculava su un mio possibile approdo a Brescia ed ho iniziato a farci la bocca. Nel momento in cui è poi diventato reale quando sono stato contattato non ci ho pensato due volte ad accettare, d’altronde si conosce il Brescia, non ha bisogno di presentazioni, e nel giro di una ventina di giorni abbiamo chiuso l’accordo.

 

Dalla lotta per la salvezza a quella per scudetto e Champions League. Quali sono gli aspetti del gioco su cui devi crescere maggiormente per calarti al meglio nella tua nuova realtà?
Senza dubbio è un grande salto e non vedo l’ora di catapultarmi in questa nuova realtà, soprattutto europea.
Dovrò, secondo me, migliorare in tutti gli aspetti, facendo meglio quello che magari già faccio bene e facendo bene quello che mi riesce peggio, l’asticella si è alzata e non basta più essere bravi bisogna diventare forti.

 

In che misura la vetrina europea può aiutare la tua corsa alla calottina del Settebello?
La vetrina europea mi aiuterà per il Settebello poiché andrò ad incontrare squadre e giocatori stranieri che hanno un modo di giocare diverso.La competizione continentale servirà per iniziare a masticare con più frequenza l’internazionalità e per aver modo di essere valutato dal c.t. anche fuori dal campionato italiano.

 

Quanto ti stimola lavorare con un tecnico dell’esperienza e del carisma di Sandro Bovo?
Sandro Bovo è un signor allenatore, non nascondo che la sua presenza ha pesato sulla scelta del Brescia. Sono diversi anni che allena ad alti livelli, tanti ragazzi che ora giocano nel Settebello sono passati da lui e me ne hanno parlato bene, sono sicuro che imparerò tanto.

 

La squadra è stata rinnovata e ringiovanita in maniera significativa. Con che ambizioni vi presentate ai nastri di partenza di una nuova annata che inizierà con il preliminare di Champions?
Si siamo molti giovani ma credo che sarà proprio questa la nostra forza, magari non all’inizio quando ci sarà da creare anche un amalgama di squadra, ma una volta preso il via sono sicuro ci sarà modo di levarci qualche soddisfazione perché le prospettive di crescita sono molto buone e ci sarà modo di lavorare bene. L’ambizione, c’è poco da dire, è sempre la stessa, vincere.