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Ecco l'ottava puntata del nostro giallo sulla pallanuoto

  Pubblicato il 13 Feb 2017  21:53
Arrosticini. Il più celebre piatto tipico pescarese (carne ovina alla brace infilata in lunghi spiedini di legno) evocava in Gori piacevoli ricordi. Quand'era ragazzino costringeva i suoi genitori ad andare sempre in ristoranti che avevano nel menu gli arrosticini. Non solo perchè erano sfiziosi da mangiare, ma soprattutto perchè gli davano la possibilità di ingaggiare combattutissime partite a shangai con suo fratello Dario utilizzando, al termine della cena, i lunghi bastoncini ormai privi della saporitissima carne.
"Gli arrosticini di Sara". Così si chiamava oggi il ristorante che prima dell'uccisione dei quattro della Renault portava sull'insegna la scritta "L'Italia di David".
Sara era stata la compagna di David Tonello. "Dopo la sua morte - disse a Gori - ho rilevato il ristorante e ho cambiato praticamente tutto. Vuoi perchè i ricordi mi avrebbero fatto troppo male, vuoi perchè senza di David non avrebbe potuto funzionare un ristorante che proponeva pietanze create per lo più da lui. E così mi sono data agli arrosticini: sono semplici da fare e piacciono a tutti. Qui la sera è sempre pieno, anche nei giorni infrasettimanali".
Gori c'era andato nel pomeriggio, così avrebbe potuto parlare più tranquillamente con Sara. 35 anni portati decisamente male, era tutt'altro che avvenente, ma compensava le doti che non aveva ricevuto dal Padreterno con una carica di vitalità e di simpatia che, non c'erano dubbi, aveva contribuito al successo del locale. "David mi manca. Mi manca soprattutto il figlio che avrei voluto da lui e che non ha mai voluto darmi. Forse perchè sapeva che non sarebbe stato un buon padre. Era incapace di dare affetto, l'unica cosa che amava era il suo ristorante. Nonostante tutto, e nonostante il fatto che mi tradisse sistematicamente, io stavo bene con lui. Raramente, signor Gori, ho incontrato nella mia vita un uomo così intelligente, interessante e divertente. Non mi amava? Pazienza. Per dieci anni, 365 giorni all'anno, ho vissuto con lui una vita di straordinaria intensità che non potrò avere più. Gli altri uomini non li guardo nemmeno, non m'interessano, non ho mai pensato per un solo attimo di poterlo sostituire. David è insostituibile".
Terminati i preamboli, Gori affrontò l'argomento che gli stava più a cuore: "Lei lo sa che i Salvini, i genitori di Jonathan, sono convinti che l'incidente non è stato occasionale?".
"Si, ho parlato con loro ai funerali. Per quanto mi riguarda, non c'è alcun motivo che possa indurmi a credere che l'omicidio sia stato volontario. Ma cosa cambia poi? Assolutamente nulla, almeno per me. Anche se lei riuscirà a scoprire che qualcuno l'ha ammazzato intenzionalmente, io David comunque non lo rivedrò più".
"Ma c'era qualcuno che l'odiava a tal punto da desiderare la sua morte?".
"E' una domanda alla quale non so rispondere. Le ho già detto che David mi tradiva spesso, anche con donne sposate. Quindi non posso escludere che qualche marito...".
Poteva essere una pista valida da seguire. E Sara di offrì di dare all'investigatore la massima collaborazione. Gori le aveva ispirato immediatamente simpatia, forse perchè "per certi versi lei mi ricorda David. Ha la sua stessa sicurezza, magari meno sfacciata, ma si vede che lei è uno che sa il fatto suo. Ma credo che in questo momento, più che di complimenti, lei abbia bisogno di informazioni. Stasera stessa, non appena tornerò a casa, le invierò sia il numero di cellulare di David sia le credenziali per entrare nella sua casella di posta elettronica".
"Visto che lei è così gentile, per caso ricorda se è successo a David qualche episodio particolare che possa avere spinto qualcuno a vendicarsi?".
"Mi ci faccia pensare... Intanto le vado a prendere del vino rosso. Ho un Montepulciano d'Abruzzo fantastico che David abbinava ai suoi piatti più ricercati. Magari un sorso mi aiuterà a schiarire le idee".
Quel vino, pensò Gori mentre lo sorseggiava, doveva costare un occhio della testa. Sara aveva ragione, raramente ne aveva bevuto di migliori, soprattutto negli ultimi tempi. Vini così non se li poteva permettere.
"Certo, esuberante com'era - disse Sara - qualche volta David andava un po' oltre le righe, soprattutto durante le partite di pallanuoto. Come sicuramente sai già, era un grande tifoso di Jonathan e della sua squadra, la Rari Nantes Pescara. Non si perdeva nemmeno una partita, il sabato a far funzionare il ristorante ci pensavo io. Ebbene, proprio nello stesso giorno in cui è avvenuto l'incidente, David e altri tifosi del Pescara sono venuti alle mani alle Naiadi con i tifosi della squadra ospite. Nulla di particolare , è volato qualche ceffone, tutto qui. Me lo ha raccontato David prima di partire per la Calabria: è stata l'ultima volta che l'ho sentito".
"Lei ricorda per caso il nome della squadra avversaria?".
"No, ma non le sarà difficile appurarlo su internet. C'è un sito, Pescara News, che segue tutte le partite di pallanuoto della Rari Nantes".
 
***
 
Era l'Invicta Macerata la squadra. "Un nome davvero appropriato", pensò Gori mentre leggeva l'articolo al computer nel suo ufficio. Sabato 27 marzo 2015, il giorno in cui i quattro della Renault avevano perso la vita, la Rari Nantes Pescara aveva battuto la cosiddetta Invicta con il punteggio di 18-3. Salvini aveva fatto 4 gol. Nella cronaca della partita c'era anche un accenno alla rissa di cui le aveva parlato Sara. "E per una partita così, che finisce tanto a poco, c'è gente capace di prendersi a botte?". Gori non poteva crederci.
E, continuando a leggere, l'investigatore scoprì il nome dell'assassino. Spesso a risolvere le sue indagini era stata una felice intuizione, un colpo di genio. Stavolta in suo favore era intervenuta la Dea Bendata. Un clamoroso colpo di culo.
"No, non può essere solo una combinazione...".
Adesso sapeva chi era stato a salire su quel camion e a togliere la vita a Paolo Di Michele, Jonathan Salvini, David Tonello e Siria Tozzi. Però non riusciva a spiegarsi il perchè e, soprattutto, non aveva la benchè minima idea di come procurarsi le prove.
 
***
 
"Cosa le ha detto di tanto interessante quella donna da farlo scappare di corsa dal ristorante per precipitarsi nel suo ufficio? Non sono tranquillo, ho un brutto presentimento. Ho paura che si stia avvicinando alla verità. Si, è vero, anche se scopre che sono stato io non ha uno straccio di prova, ma se va a denunciarmi comunque è la fine. Per me e soprattutto per lei. Più volte ho pensato di togliere di mezzo anche Gori, ma ho sempre soprasseduto: troppo rischioso. Però adesso sta diventando troppo pericoloso, devo fare qualcosa".
Mario Corcione
(fine dell'ottava puntata)
 

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