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Ecco la settima puntata del nostro giallo sulla pallanuoto

  Pubblicato il 05 Lug 2017  10:00
Un pensionato di Pozzuoli, il 68enne Giuseppe Cuomo, è stato ucciso stasera da un pirata della strada. Alle 20,30 circa, mentre stava percorrendo in bicicletta via Fasano, la strada che collega il porto ad Arco Felice, Cuomo è stato investito da un auto che viaggiava nel suo stesso senso di marcia ed è morto sul colpo sbattendo il capo sul selciato. Il conducente non si è fermato per soccorrerlo, "non ha neppure rallentato", ha detto alla Polizia la 55enne Amanda Del Gaizo, l'unica testimone dell'accaduto.
La donna non ha visto il numero di targa, "in quel tratto di strada l'illuminazione è molto scarsa". Non ha saputo dire alla Polizia neppure il tipo di vettura, "era una macchina scura, forse blu, ma non potrei giurarlo".

"Ci siamo!". Dopo aver letto l'articolo Noce sbatte il pugno sul tavolo e, fatto più unico che raro per la iena, andò ad abbracciare Elio. "E' tutto merito tuo".
"Allora sa che le dico? Chiudo per sempre la trattoria e vengo a lavorare con lei in Polizia".
"Adesso non ti montare la testa. Hai avuto una felice intuizione, tutto qui. E poi se cambi mestiere io dove vado a mangiare?".
 
***
 
L'intuizione di Elio aveva cancellato uno dei tanti punti interrogativi della vicenda. Adesso il commissario conosceva il motivo del ricatto: Angela Salviati era stata testimone diretta di un omicidio colposo. Invece di denunciare l'uomo della macchina blu ha pensato che era decisamente più conveniente sfruttare la situazione a suo favore. Poi, dopo l'omicidio della ragazza, è subentrato nel ricatto Nicola Abruzzese. Ma in che modo? Qual'era la documentazione in suo possesso? Una foto? La registrazione di una telefonata fatta in viva voce da Angela all'uomo della vettura blu con una scheda non intestata a lei? Qualunque cosa fosse, la Polizia finora non era riuscita a trovarla. L'abitazione di Abruzzese era stata perquisita due volte, la sua macchina praticamente smontata... niente. Trovare un ago in un pagliaio era una bazzecola al confronto: la prova che aveva dato vita al ricatto poteva essere stata nascosta ovunque.
Ma c'era un'altra pista importante per arrivare all'identificazione dell'assassino, e Noce era certo che i suoi colleghi di Pozzuoli l'avevano trascurata. Infatti...
"Tu mi stai dicendo che non avete parlato con gli abitanti di via Fasano...".
"Certo che no! Era il 17 gennaio, faceva un freddo cane, chi vuoi che abbia assistito all'investimento di quel tizio in bicicletta dalle finestre... E poi, caro Noce, io ho pochissimi uomini a disposizione...".
"Tu hai pochissima voglia di lavorare, ammasso di lardo", era quello che avrebbe voluto dire la iena a Rosario Costa, il corpulento dirigente del commissariato di Pozzuoli. Quando Costa si spingeva in avanti, la sua enorme pancia debordava sul piano della scrivania e la pur voluminosa poltrona del suo ufficio faticava a contenerla. "Scommetto  che ci vuole il carro gru per rimetterti in piedi, brutto maiale", avrebbe voluto aggiungere Noce. Il colloquio, invece, proseguì così: "Ti capisco, Costa, anche noi a Fuorigrotta abbiamo gli stessi problemi. Ma la tua grande esperienza non può non averti suggerito di interrogare gli esercenti di via Fasano e delle strade successive. Qualcuno potrebbe aver notato la macchina dell'investitore, quell'uomo aveva una gran fretta di dileguarsi".
"A quell'ora quasi tutti i negozi della zona erano chiusi, fatica sprecata... Ho fatto di meglio, invece: ho messo sotto torchio tutti i familiari della vittima. Cuomo, il pensionato che è stato investito, possedeva vari appartamenti, la sua morte avrebbe potuto fare molto comodo agli eredi. Purtroppo, però, tutti avevano un alibi. Ciò non esclude, tuttavia, che abbiano ingaggiato qualcuno per ammazzarlo. Ci stiamo lavorando".
"E allora ti auguro buon lavoro, caro collega, e ti ringrazio. Sei stato molto prezioso". Ovviamente si trattava di una bugia: la visita al commissariato di Pozzuoli era stata del tutto inutile, Noce uscì dal commissariato senza avere neppure la conferma che l'auto dell'investitore era blu. "Il culo di quest'uomo è indescrivibile", brontolò la iena scuotendo la testa. Sulla bicicletta di Giuseppe Cuomo, il pensionato ucciso, non era stata trovata la minima traccia di vernice: la marca della vettura  era ancora un mistero.
 
***
 
Era giunto il momento di fare il punto della situazione. C'è chi lo faceva in ufficio, oppure seduto al bar davanti a un caffè. La iena, invece, preferiva farlo in ammollo nella vasca da bagno.
Portò con sè penna e block notes, s'immerse nell'acqua (rigorosamente bollente) e cominciò a scrivere:
- Angela Salviati negli ultimi mesi ha avuto relazioni amorose accertate con cinque uomini: i pallanuotisti Moreno Vicente, Roberto Marrone e Stefano Sardo, l'allenatore Giulio Baldini e un cinquantenne bruno che non siamo riusciti ancora a identificare. Nessuna di queste cinque persone è l'assassino, di questo siamo certi.
- L'assassino ha commesso finora tre omicidi: il primo, colposo, è stato la causa che ha generato gli altri due.
- Di lui sappiamo che è alto, ha 50 anni o poco più e i capelli brizzolati. Possiede un'autovettura blu ed è un fumatore.
- Angela ha cominciato a ricattare l'assassino dopo l'omicidio colposo del 17 gennaio ed è stata uccisa poco più di un mese dopo, il 20 febbraio. In questo lasso di tempo, probabilmente con il denaro estorto, la ragazza ha acquistato la 500 sulla quale è stata uccisa.
- Qualche giorno prima di morire, temendo che potesse accaderle qualcosa, Angela ha messo a conoscenza del ricatto l'ex fidanzato Nicola Abruzzese. Costui, dopo l'omicidio della ragazza, è entrato in possesso della documentazione con la quale, invece di denunciare l'assassino, è subentrato nel ricatto. Il 23 febbraio, soltanto tre giorni dopo l'omicidio di Angela, anche lui è stato ucciso.
- Tale documentazione, a noi ignota, non è stata trovata. DOBBIAMO TROVARLA.
 
***
 
Federico Lamatita aveva una sete incredibile. "Ci dobbiamo decidere a mettere una macchinetta delle bibite", disse ad alta voce. Ma nessuno lo poteva ascoltare, la sede del club era vuota. Il mastodontico presidente del "22 ottobre" si alzò dalla poltrona e si diresse verso il minuscolo bagno per bere un po' d'acqua. "Voglio proprio vedere se c'entra", esclamò la iena.
Il presidente entrò e chiuse la porta. Trascorse molto tempo. "Che cazzo sta facendo? Perchè non si decide ad uscire?", disse la iena ad Elio. "Se tra cinque minuti non esce, sfondiamo la porta d'ingresso".
Fu il ristoratore a dare la spallata. i due entrarono, si precipitarono verso la porta del bagno, l'aprirono e...
...Federico Lamatita era seduto sulla tazza del cesso con la gola tagliata.
"Dov'è finito? Come ha fatto ad ucciderlo e a sparire?!".
"E che cazzo ne so? Non posso mica risolvere tutto io! Il commissario è lei, la smetta di brancolare nel buio, faccia qualcosa, si svegli una buona volta!".
La sete divenne insopportabile, Arcangelo Noce si svegliò. Gli omicidi fortunatamente erano ancora e "soltanto" tre.
Mario Corcione
 

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