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DI Mario 4a Olimpiade: "Chiudo in bellezza e poi faccio la mamma"

  Pubblicato il 29 Mar 2116  15:25
DA "LA GAZZETTA DELLO SPORT" (articolo di Franco Carrella)
Tania Di Mario e l Italia, storie parallele ai Giochi. Ora c'è Rio «Chi l'avrebbe detto... Così chiudo in bellezza e poi faccio la mamma»
Quarta Olimpiade per il Setterosa, quarta Olimpiade per Tania Di Mario. Ai Giochi, nessuna azzurra come lei. «Se me lo avessero detto quando ho cominciato a giocare, non ci avrei mai creduto», racconta da Gouda la trentaseienne romana, ieri alla presenza numero 360, capitano di una squadra promossa a pieni voti. Il traguardo è stato centrato sabato grazie al successo sul Canada, a Pasqua e a Pasquetta l'Italia è scesa in vasca più leggera.
Quali sensazioni le ha regalato questa qualificazione?
«Straordinarie. Ho ringraziato Fabio Conti e le compagne per avermi concesso la possibilità di chiudere degnamente la carriera».
Proprio sicura di smettere dopo Rio?
«Assolutamente sì. Durante gli Europei di Belgrado, a gennaio, vi avevo parlato del desiderio di diventare mamma. È il momento giusto, largo ai giovani».
In Olanda non c'era il suo fidanzato Raffaele.
«Da un po', preferisce non accompagnarmi nei grandi eventi. È convinto che giochiamo meglio quando lui non c' è, ma soprattutto... soffre meno quando resta a casa».
Conti dice che avete dato un segnale forte alle rivali, a Gouda.
«È vero, siamo state bravissime, ma è altrettanto vero che abbiamo ampi margini di crescita. Per
esempio, possiamo gestire con più tranquillità certe fasi della partita».
Ha ricevuto molti messaggi di congratulazioni?
«Un'infinità. Persino dal... Brasile. Nell'estate 2011, quando non giocavo in Nazionale, spesi un paio di settimane col Botafogo nel loro piccolo campionato. E in questi giorni mi hanno scritto "finalmente
possiamo riabbracciarti". Anche io non vedo l'ora».
Ci sono similitudini tra questoSetterosa e quello che vinse ad Atene?
«Spesso, le prodezze di alcune compagne mi ricordano quelle delle azzurre del passato, e glielo dico. Poi penso che sia meglio tenermi per me certe considerazioni. Loro devono vivere del presente».
Ai Giochi di Londra, dopo l'eliminazione nei quarti, fu durissima...
«Questa squadra deve capire che il talento non basta, ci vogliono le palle e noi non le abbiamo avute»... «Oddio, mi lasciai andare, è vero. Ma sono parole che non rinnego. Disputammo tutto il torneo senza l'atteggiamento giusto».
Olanda e Grecia sono le due big che non andranno a Rio.
«Mi dispiace sinceramente per loro. So che cosa si prova, a noi toccò questa amarezza nel 2000. Fin quando il torneo olimpico donne resterà aperto a otto partecipanti, avremo inevitabilmente delle grandi deluse».
Gli Stati Uniti sono proprio superiori a tutte le altre?
«In questo momento, senza dubbio. Lo dicono i risultati. Spero che nei prossimi mesi il gap si assottigli».
La sua allenatrice, nell'Orizzonte, è Martina Miceli, altra stella del vecchio Setterosa.
«Ci intendiamo con uno sguardo, anzi a volte siamo addirittura telepatiche. E rievochiamo con piacere i tempi andati».
Adesso toccherà al Settebello centrare la qualificazione per Rio.
«Possiede grandi qualità e sono sicura che a Trieste non fallirà la missione».
L'ultimo titolo olimpico a squadre, per l' Italia, resta proprio quello della pallanuoto femminile, nel 2004. Che cosa vuol dire?
«Vincere con una squadra anziché in una disciplina individuale, a mio giudizio, è più difficile perchè
aumentano le componenti che devono andare nella direzione giusta. Più in generale, senza fare analisi azzardate, forse significa che in Italia non ci sono stati validi ricambi generazionali in molti sport. E che non sempre si è lavorato bene».
Franco Carrella
 

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