L'IDENTIKIT DI SILVIA
Luogo di nascita: Varese
Data di nascita: 31 gennaio 1988
Segno zodiacale: Acquario
Soprannome: Nonna Silvia
Altezza: 1,68
Ruolo: universale
Studi: diploma di liceo artistico, qualifica di Estetista
Squadre in cui ha giocato: Varese Olona, Orizzonte, Plebiscito, Firenze, Imperia, Cosenza, Sis Roma, Setterosa, Nazionali giovanili
Allenatori: Gaetano Motta, Mino Marsili, Manuela Zanchi, Iacopo Bologna, Pierluigi Formiconi, Enrico Cobalchin, Andrea Sellaroli, Marco Capanna, Fabio Conti, Roberto Fiori
Altri sport praticati: ginnastica artistica, danza classica, nuoto, pallavolo, basket
Hobby: ascoltare musica, lunghe passeggiate con i cani, footing, guardare serie tv
Ultimo libro letto: “Il gioco del suggeritore”, di Donato Carrisi
Attore preferito: Johnny Depp
Attrice preferita: Julia Roberts
Colore preferito: rosso
Piatto preferito: pizza
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Sono stati insieme nell’Imperia. E poi nel Cosenza. E adesso anche nella Sis Roma.
Chi meglio di Marco Capanna per descrivere Silvia Motta?
“Al di là delle sue qualità tecniche, è un’atleta molto seria e affidabile, doti che ne fanno una leader, un punto di riferimento importante per la nostra squadra”.
Ed ecco cosa dice lei di lui: “Marco dà tutto se stesso nel lavoro, un 100% che trasmette costantemente alla squadra. Non lascia niente al caso, se hai un difetto ti fa lavorare fin quando non lo hai eliminato. Il rapporto con noi giocatrici è particolarmente schietto, ti dice le cose in faccia. E per noi si butterebbe nel fuoco”.
Silvia Motta si è buttata nell’acqua la prima volta quando in panchina c’era il suo papà, Gaetano, che ha giocato e allenato a Siracusa e Varese. Lei e Roberta, che adesso gioca a Lille (“Ad aprile andrò a trovarla”) sono delle predestinate, non potevano non fare sport: anche mamma Paola è un ex atleta, ha giocato a pallamano ad alti livelli. Completano il roster di casa Motta nonna Ninna e nonna Silvia, che oltre al nome ha dato alla giocatrice della Sis Roma “tante di quelle cose buone quand’ero bambina da farmi andare decisamente sovrappeso”.
Adesso è una delle ragazze più graziose della pallanuoto italiana. Dolce, simpatica, sveglia, intelligente. Ma ecco la sua autocertificazione caratteriale: “Sono solare, iperattiva, mi piace stare in gruppo e fare gruppo. Un neo? Prima di decidermi a fare una cosa ci penso troppo, ma col passare degli anni questo difetto si è attenuato”.
Di anni ne ha 31, compiuti il 31 gennaio. E’ la nonna più giovane d’Italia. “Nella Sis mi chiamano Nonna Silvia perché sono la più anziana della squadra. Io adoro le mie “nipotine”: grazie a loro, grazie ad un gruppo che è davvero speciale, ho trovato la mia giusta dimensione di pallanuotista. E’ tutto più facile, più semplice in acqua quando sai che tutte le tue compagne danno sempre il 110%”.
Silvia, che vive ad Ostia assieme al fidanzato, nella sua descrizione caratteriale ha dimenticato l’aggettivo “infaticabile”. Perché la sua è davvero una giornata estenuante, soprattutto il giovedì: “Mi alzo poco dopo le 5, mangio qualcosa, alle 6 faccio il primo allenamento con la squadra alle Dune, torno a casa, mi riposo un po’ e a mezzogiorno vado al lavoro, al centro Estetico IC di Infernetto. Alle 19,30 una collega mi accompagna in auto al Polo Natatorio di Ostia per il secondo allenamento, dalle 20 alle 21,30. E poi torno a casa e…”.
…viene travolta dall’affetto di Aicha e Stich, i suoi cani: uno bianco e uno nero, come quelli sull’etichetta del “Black & White”. Giornata massacrante, ma che Silvia affronta sempre col sorriso (bellissimo) sulle labbra “perché ho avuto la fortuna di fare due lavori che mi piacciono tantissimo e mi soddisfano”.
Una pallanuotista che fa anche l’estetista (ovviamente molte compagne di squadra sono clienti dell’IC Center) è l’ideale per ottenere una risposta alla seguente domanda: sarà più bella la pallanuoto con le nuove regole? “Sarà più veloce e, rispetto ad oggi, meno vincolata ai ruoli. Ogni tanto un rinnovamento è giusto, è necessario. E’ indispensabile che uno sport si evolva”.
Silvia si è evoluta talmente dal punto di vista tattico da offrire alla Sis un rendimento che non sta passando inosservato. “Ma la nazionale per me è ormai un capitolo chiuso. Un bellissimo capitolo che mi ha lasciato un solo rimpianto: le Olimpiadi di Rio: quel treno non ho saputo prenderlo. Per il resto, sono grata alla pallanuoto: mi ha fatto crescere bene, mi ha fatto girare il mondo, mi ha permesso di vedere tante cose belle”.
E per concludere i sogni. Quelli colorati di giallo e rosso di cui non si può parlare (“E’ vietatissimo, sono molto superstiziosa”) e quelli colorati di bianco e azzurro: “Vorrei trascorrere una vacanza in uno di quei posti dove la spiaggia è soffice e il mare cristallino”.
Ma quanto tempo ci resisterebbe un’iperattiva come Silvia?
Mario Corcione
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