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Editoriale

L’Ortigia scrive la storia: batte l’AN Brescia 7-6 ed è in finale di Coppa Italia

  Pubblicato il 25 Feb 2123  22:22
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Si gioca per guadagnare il diritto di andare a sfidare la Pro Recco nella finalissima di domani. Nella seconda semifinale della Final Eight della Coppa Italia AN Brescia, ieri vincitore sulla Pallanuoto Trieste, affronta il Circolo Canottieri Ortigia che ha superato il Circolo Nautico Posillipo nella sfida di apertura della manifestazione che si sta svolgendo, per il secondo anno consecutivo, ad Albaro. A sorpresa, ma con grande merito, la formazione siciliana si aggiudica l’incontro con il punteggio di 7-6, guadagna la sua prima storica finale del trofeo tricolore ed interrompe il duopolio che vedeva ormai ripetersi sempre la stessa finale da dieci anni a questa parte. Gli aretusei s’impongono perché difendono con intensità straordinaria per tutta la durata della sfida, sostenuti da uno stellare Stefano Tempesti che mette a referto parate stratosferiche in serie e conquista in maniera strameritata il premio di mvp del match. La compagine in calottina scura esibisce il giusto cinismo quando deve  sfruttare le occasioni da gol che riesce a produrre e ha il merito di non disunirsi quando incassa lo 0-2 iniziale. Sul fronte offensivo spicca la prova di un Ferrero che si esalta in fase realizzativa conquistando il titolo di top scorer di giornata con una tripletta e timbra la giocata che spezza definitivamente la resistenza dei lombardi firmando il 7-5 che frena la rimonta bresciana. Sulla prestazione dei ragazzi allenati da Sandro Bovo, che la doppietta siglata da Di Somma e il secondo centro di giornata di Luongo spingono fino al -1, pesano come un macigno la disastrosa percentuale di realizzazione nel fondamentale della superiorità numerica con quel 2/17 che penalizza in maniera decisiva le possibilità di andare a giocare l’ennesima sfida contro la corazzata ligure e il digiuno realizzativo di oltre venti minuti a cui i ragazzi di Piccardo li costringono. Il sette in calottina bianca paga cara lo sforzo mentale perché non attacca come dovrebbe, non gioca con la serenità che lo dovrebbe contraddistinguere e finisce per ricorrere eccessivamente alla soluzione individuale.
 
Credits: Andrea Masini/DBM
 
Comunicato Stampa Circolo Canottieri Ortigia

L'Ortigia fa la storia e cambia la storia. Conquista la prima finale di Coppa Italia da quando è stata fondata e rompe il duopolio Recco-Brescia, battendo i lombardi grazie a una prestazione perfetta, arricchita da un Tempesti monumentale, MVP e autore di una decina di parate decisive. Il match inizia con le due squadre molto aggressive e attente in difesa e ci vuole una superiorità, sfruttata da Luongo, per sbloccare il punteggio. Il Brescia raddoppia e spinge, ma la difesa biancoverde e le parate di Tempesti mantengono inalterato il risultato. I biancoverdi allora iniziano a prendere fiducia e, dopo aver accorciato con Ferrero (a uomo in più), pareggiano con una gran conclusione di Gorrìa Puga e sorpassano con Velkic, che segna il 3-2 di fine tempo. Il secondo parziale è ancora all'insegna dell'equilibrio: l'Ortigia costringe il Brescia a giocare sempre in verticale, impedisce le ripartenze, annulla una percentuale enorme di superiorità avversarie e gioca con grande lucidità in attacco. Tempesti compie il settimo intervento decisivo, frustrando gli attaccanti lombardi, quindi Ferrero piazza il bolide del 4-2 con cui si va all'intervallo lungo. Nel terzo tempo la squadra di Piccardo continua a difendere in maniera perfetta, contando sul suo leggendario portiere. Velkic e Francesco Condemi segnano l'allungo a +4, ma nel finale il Brescia si scuote e, con la doppietta di Di Somma, si riporta a -2. Negli ultimi 8 minuti, i lombardi iniziano a spingere e Luongo riesce a ridurre il distacco al minimo. L'Ortigia resiste, chiude il muro difensivo e poi, con Ferrero, si riporta avanti di due lunghezze a metà tempo. I biancoverdi non mollano, gestiscono con grande intelligenza il numero di falli personali e respingono gli assalti del Brescia. Alesiani, però, a 1'12 dalla fine segna il gol del -1. Gli uomini di Bovo ci provano, ma la difesa dell'Ortigia non concede spazio. Alla fine, è 7-6 per l'Ortigia, che conquista l'accesso alla finalissima di domani (ore 16.00, diretta su RaiSport) contro il Recco.
 
Nel dopo partita, l'allenatore biancoverde, Stefano Piccardo, è entusiasta per questa impresa: “Questa è una soddisfazione enorme, che ha radici lontane, perché cinque anni fa abbiamo cominciato questo progetto con questi ragazzi giovani. Una gioia incredibile. Quando riusciamo a giocare a pallanuoto a questo livello sappiamo di potercela giocare con tutti. Avevamo preparato bene la partita, oggi la squadra è stata difensivamente monumentale con Tempesti che sembra Benjamin Button. Questo ragazzo è incredibile. Abbiamo gestito il momento difficile della partita, quando avevamo molti giocatori con due falli. Oggi ho visto una squadra coesa sull’uomo in meno, preparata, attenta. Sono pieno di orgoglio ed è tutto merito dei ragazzi. Quando loro sono emotivamente dentro la partita, sono sempre all'altezza. Il Recco? Lo affronteremo con lo stesso spirito con cui abbiamo affrontato Brescia”.
 
A fine gara, parla anche Stefano Tempesti, migliore in acqua, che definire monumentale è riduttivo: “L'obiettivo era arrivare in fondo e lo abbiamo fatto. A piccoli passi, dobbiamo lasciare il segno nella storia della pallanuoto e fare crescere questo gruppo. Dovevamo fare una partita perfetta e ci siamo riusciti. Ci siamo andati vicini tante volte in questi anni e oggi siamo stati premiati. Oggi abbiamo fatto un'impresa che rimarrà nella storia del club. Ora ci godiamo questo momento, ma già da quando monteremo sui pulmini per tornare in hotel, penseremo alla partita di domani, perché, come abbiamo dimostrato stasera, nessun avversario è imbattibile. Se quest’Ortigia gioca a questi livelli, può veramente mettere in difficoltà anche una delle squadre più forti del mondo, come è stato stasera e come sarà domani”.
Sulla sua prestazione che, a quasi 44 anni gli vale il premio di miglior giocatore della partita e su quale sia il segreto della sua lunga carriera, il portierone biancoverde è laconico: "Mi sento ancora un ragazzino. Non so quale sia il segreto, ma vado avanti così”.
 
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