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Editoriale

L’Oradea infligge la prima sconfitta stagionale alla Rari Nantes Savona. I liguri si qualificano come secondi

  Pubblicato il 02 Ott 2122  11:35
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Timbrare il terzo successo in meno di due giorni per chiudere a punteggio pieno la spedizione in terra romena e consolidare ulteriormente sia la condizione atletica che i meccanismi di gioco di un gruppo profondamente rinnovato. Questi gli obiettivi della Rari Nantes Savona, già certa della qualificazione al turno successivo, che nell’incontro di chiusura del girone B del primo preliminare di Champions League affronta il CSM Oradea. Chiude purtroppo con una sconfitta, ininfluente ai fini della classifica generale, la formazione ligure che cede 10-8 contro i padroni di casa e deve accontentarsi di passare al turno successivo da seconda classificata. Perdere non fa certamente mai piacere ma è certamente meglio che il primo ko stagionale sia arrivato in una partita che non pregiudica in alcun modo il percorso nella competizione europea ed anzi può tornare utile perché indica i limiti su cui la squadra può lavorare ulteriormente per migliorare un livello di prestazione che dovrà notevolmente innalzarsi in vista di un secondo turno che sarà molto più impegnativo. Il sette in calottina scura paga a caro prezzo il brutto approccio al match che consente ai rivali, implacabili nelle situazioni con l’uomo in più a proprio favore, di chiudere i primi otto minuti sul 4-1 e di toccare il massimo vantaggio quando Vancsik sigla il 7-3 a pochi secondi dal suono della sirena che manda le due contendenti all’intervallo lungo. Rizzo e compagni ci provano, operano il massimo sforzo per provare a rientrare ma non riescono ad andare oltre il -2 quando Durdic, top scorer dei suoi con un poker sigla il provvisorio 8-6 all’inizio dell’ultima frazione di gioco. Da rivedere le percentuali messe a referto nei fondamentali e il cinismo in fase realizzativa anche se a parziale giustificazione di qualche clamoroso errore quando bisogna insaccare la palla ci sono i carichi di lavoro da smaltire e la stanchezza derivante dal terzo impegno in un arco di tempo così breve.

Credits: Enrico Casiraghi