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Editoriale

L'anno (agonistico) che verrà

  Pubblicato il 19 Ago 2119  16:28
"Una vittoria straordinaria che conferma l'eccezionale stato di salute della pallanuoto italiana a tutti i livelli, dopo il trionfo del Settebello ai Mondiali di Gwangju. Un risultato che fa onore alla Federazione e all'impegno dei tecnici sociali e delle società che tanto fanno per la pallanuoto italiana".
Sono le parole di Paolo Barelli, presidente della Fin, dopo la seconda medaglia d'oro nel giro di venti giorni. Esaminiamole attentamente, frase dopo frase.
- Una vittoria straordinaria. Nulla da eccepire. Barelli ha ragione. L'Under 17 ha conquistato il titolo europeo vincendo tutte le partite con almeno quattro gol di scarto, giocando una pallanuoto di grande qualità in ogni zona del campo.
- Un risultato che fa onore alla Federazione. Anche su questo nulla da dire. L'impegno organizzativo ed economico della Fin a sostegno delle sue nazionali è sempre stato notevole.
- Un risultato che fa onore all'impegno dei tecnici sociali e delle società che tanto fanno per la pallanuoto italiana. Parole pienamente condivisibili: sono i club con i loro sacrifici, sono i tecnici di società con il loro lavoro a sostenere l'intero movimento pallanuotistico nazionale.
Barelli, però, nel suo intervento dice pure che la vittoria di Tbilisi conferma l'eccezionale stato di salute della pallanuoto italiana a tutti i livelli. E qui ci permettiamo di dissentire.
La pallanuoto italiana a livello di club sta attraversando un momento di crisi forse senza precedenti. Lo specchio di questa crisi è il campionato di A1 maschile che prenderà il via nel prossimo ottobre.
Fino allo scorso anno agonistico c'era, nonostante la forza straripante della Pro Recco, un piccolo dubbio su quale potesse essere la squadra vincitrice dello scudetto. Adesso no.
Brescia e soprattutto Sport Management hanno ridotto il loro impegno economico per la prossima stagione agonistica. Il Brescia, secondo le previsioni, potrà continuare ad essere la seconda forza della pallanuoto italiana, ma senza più particolari ambizioni. La Sport Management, che ha rinunciato alla partecipazione alla Champions League, anche in Italia non potrà essere, almeno per la stagione 2019-20, la squadra che anno dopo anno si è segnalata per la sua crescita costante a tutti i livelli.
La Napoli della pallanuoto ha finalmente una Scandone al top, grazie alle Universiadi, ma da tempo non ha più una grande squadra. In questa estate si è parlato di Canottieri e Posillipo con preoccupazione per il loro futuro agonistico. L'allarme è rientrato per il club rossoverde, ma la squadra del Molosiglio nella prossima stagione dovrà fare un miracolo per salvarsi dalla retrocessione.
Sono arrivati anche segnali positivi, certo. Ortigia e Savona sono destinate ad una stagione migliore di quella che l'ha preceduta, ma nel complesso l'anno agonistico che verrà sarà più povero. Ed è inutile farsi particolari illusioni: le vittorie del Settebello, della nazionale universitaria e dell'Under 17 anche stavolta non porteranno particolari effetti per il nostro sport sul piano dell'immagine, della popolarità, della diffusione. A differenza di altre discipline sportive, non siamo capaci di sfruttare i successi sportivi, il filone d'oro. Non siamo capaci di dare la notorietà che meritano a quei 41 ragazzi d'oro che nel giro di soli 35 giorni hanno ricoperto di gloria la pallanuoto e lo sport italiano e che, per l'incapacità altrui, continueranno ad essere sconosciuti al grande pubblico.
Visto che sul piano del marketing, della comunicazione e della propaganda siamo (e continueremo ad essere) un fallimento, tanto vale allora concentrare tutti i nostri sforzi in quello che sappiamo fare meglio: la produzione di giovani talenti. Le società investano maggiori risorse nei settori giovanili, la Federazione appoggi i club con il massimo sostegno dal punto di vista organizzativo. Rimarremo uno sport di fascia B sul piano della notorietà, ma daremo ai tecnici che guidano le nostre nazionali la materia prima per continuare ad essere lo sport italiano più vincente di sempre.
Mario Corcione