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Editoriale

La Pro Recco è stratosferica: piega il Novi Beograd 14-11 e alza al cielo la terza Champions consecutiva

  Pubblicato il 03 Giu 2123  22:15
VK Novi Beograd – Pro Recco 11-14
VK Novi Beograd: R.Filipovic, S.Rasovic 3 (1R), Martinovic, Granados 5 (1R), D.Vucinic, D.Pijetlovic 1, R.Drasovic, N.Jaksic 1, Perkovic, Vlachopoulos 1, Skoumpakis, V.Rasovic, 
Fernandez.  
All. Zivko Gocic
Pro Recco: Del Lungo, Di Fulvio 4, Zalanki 4(1R), Cannella, Younger 1, Fondelli, N.Presciutti, Echenique, Ivovic 3, Velotto 1, L.Loncar, Hallock 1, Negri.
All. Sandro Sukno
Arbitri: Margeta (SLO), Zwart (NED)
Parziali: 1-4, 4-5, 4-4, 2-1.
 
Note: usciti per limite di falli: nel III tempo Velotto (R), nel IV Loncar(R) e Fondelli (R). Espulso per fallo di brutalità nel II tempo Echenique (R). Superiorità num. Beograd 6/12, Recco 6/15. La Pro Recco eguaglia il record della Mladost di Zagabria (1968/70) con tre vittorie della Champions consecutive.
 
Eguagliare il record della Mladost ed essere il primo club a vincere tre titoli continentali di fila da quando la manifestazione ha assunto nuovamente l’attuale denominazione. Questo gli obiettivi della Pro Recco che nella finalissima di Champions League sfida a Belgrado i padroni di casa del Novi Beograd. Per l’occasione Sandro Sukno attua un solo cambio rispetto alla formazione di giovedì preferendo nuovamente Velotto a Iocchi Gratta che si accomoda in tribuna vicino ad Aicardi. Consolida ulteriormente la sua leggenda la formazione ligure che al termine di un match dominato dall’inizio alla fine supera i serbi con il punteggio di 14-11 e vince la sua undicesima Champions, la terza consecutiva. Si sprecano ormai gli aggettivi per quella che, ad oggi, è per distacco la squadra più forte del mondo che, per il secondo anno di fila, porta a casa il triplete e ora punta diritta ad un nuovo Grande Slam. Il sette allenato da Gocic non riesce a tenere il passo dei detentori del titolo che scavano il solco nel primo quarto grazie all’enorme lucidità offensiva di una squadra che, per tre volte, fredda i rivali sul rientro dell’uomo che era stato espulso e chiude la frazione iniziale sul 4-1. In partite del genere gli episodi assumono un peso determinante ma non riesce a rimettere in gioco il sette in calottina bianca nemmeno l’espulsione per brutalità con cui Margeta espelle Echenique, reo di aver colpito un avversario. Nel momento di maggiore difficoltà il club presieduto da Maurizio Felugo si appella ai suoi campioni che rispondono presente con Younger che è glaciale in superiorità numerica e capitan Ivovic, autore di una tripletta, che taglia le gambe ai rivali scagliando un siluro da distanza siderale per il provvisorio 7-3. A tenere a gala i serbi, che ricorrono eccessivamente alle mani addosso,  provvede un monumentale Granados, top scorer dei suoi con una cinquina che gli permette di laurearsi capocannoniere del torneo, ma i liguri sono marcatamente superiori e appena i rivali provano ad avvicinarsi li rispediscono prontamente a distanza di sicurezza con lo scatenato tandem Di Fulvio, da antologia la sua parabola per il 7-11, e Zalanki, che una volta scaldato il braccio diventa un’autentica sentenza che non lascia scampo ai portieri rivali. Nonostante subisca undici gol tra i protagonisti della serata figura senza dubbio Marco Del Lungo che svolge alla perfezione il suo compito con una serie di parate determinanti che tolgono sicurezza ai tiratori avversari. Il plauso finale non può che essere per Sandro Sukno, un tecnico giovane che in due anni ha vinto tutto ed è capace di portare i suoi a giocare con estrema serenità nel momento della verità.
 
Credit: Slobodan Sandic
 
Comunicato Stampa Pro Recco
La Pro Recco è campione d'Europa
La Pro Recco vince la sua undicesima Champions League, la terza consecutiva, battendo i padroni di casa del Novi Beograd per 11-14. Una partita incredibile dei ragazzi di mister Sukno, sempre davanti nonostante l’espulsione per brutalità di Echenique dopo due minuti del secondo tempo: uno schiaffo che aumenta l’intensità dei campioni d’Europa, dominanti per tutta la gara, con il +5 di Hallock a inizio quarto tempo che ammutolisce gli spalti. È il secondo triplete di mister Sukno, artefice di questo capolavoro, di tattica e gestione. Quattro reti per Zalanki e Di Fulvio, tre per Ivovic, trascinatore in acqua e fuori. Un’impresa che riscrive la storia del Club, che mai aveva vinto tre Champions consecutive.
La partenza dei biancocelesti nel catino del centro sportivo 11 Aprile è veemente: un minuto e mezzo basta a Di Fulvio per bruciare Joao Pedro al primo uomo in più, Velotto raddoppia da posizione 3 a metà quarto. I serbi accorciano subito giocando velocemente un uomo in più che Strahinja Rasovic capializza, ma la Pro Recco è in palla, Del Lungo mura due volte Vlachopoulos e i biancocelesti allungano ancora prima della sirena: Ivovic pescato da Cannella, Zalanki su rigore conquistato da Hallock, per l’1-4 dopo otto minuti.
Si riparte e Granados con Presciutti nel pozzetto non sbaglia dalla sua mattonella, bucando Del Lungo sul palo corto, Zalanki però non è da meno con il suo mancino caldissimo: il suo tiro che rimbalza sull’acqua e si infila sotto l’incrocio è uno spettacolo (2-5). Le cose per mister Sukno però si mettono male dopo appena due minuti del secondo tempo: Echenique viene espulso per brutalità dopo revisione al Var, rigore per il Novi Beograd che Strahinja Rasovic non sbaglia e quattro minuti di inferiorità per i biancocelesti. I campioni d’Europa non perdono la testa e bucano due volte Joao Pedro con Younger in 5 contro 4 e Ivovic dalla distanza, per il 3-7 che costringe Gocic a spendere il primo time out. I serbi approfittano dell’uomo in più prima ancora con Rasovic, poi con Granados sul rientro dal pozzetto di Fondelli scaduti i 4 minuti di inferiorità (5-7). Negli ultimi 80 secondi di gioco la Pro Recco si riporta sul +4: Di Fulvio in superiorità e l’avanzata di Ivovic da posizione 2 mandano i biancocelesti sul 5-9 al cambio campo.
L’alzo e tiro di Granados inaugura il terzo tempo, Velotto finisce la sua partita dopo 100 secondi e Pijetlovic si alza sul palo per il 7-9. Nella notte di Belgrado brilla la stella di Di Fulvio che buca Joao Pedro da posizione 4 e con una palomba a giro, per il suo poker personale (7-11). Granados è una furia, trasforma il terzo rigore per i serbi e poi capitalizza un uomo in più dopo l’alzo e tiro vincente di Zalanki (9-12). Il mancino ungherese è fenomenale e a 44 secondi dalla sirena fulmina il portiere avversario per il 9-13. Vantaggio che assume proporzioni pesantissime per i serbi all’alba del quarto tempo, Hallock scrive il suo nome sul tabellino, Vlachopoulos prova a ridare speranza ai suoi, ma Del Lungo e la difesa sono in super serata, non pagano la stanchezza e il gol di Jaksic nell’ultimo minuto di gioco non fa più male: a Belgrado si sente solo la gioia della Pro Recco, di nuovo sul tetto d'Europa.
“Questa vittoria è storica ed è frutto dell’ambiente che si è creato negli ultimi anni – le parole di Ivovic – siamo una famiglia e si è visto questa sera nel momento di difficoltà dopo l’espulsione di Echenique: quattro minuti con l’uomo in meno ci hanno fortificato, sono stati i migliori della gara dove abbiamo deciso la finale. Sembra paradossale ma è così, psicologicamente li abbiamo distrutti in quel momento. È stata una delle finali più dure, contro una squadra forte che è arrivata due anni di seguito fino a qui: mi dispiace non aver affrontato Mandic, non entro nel merito della sua situazione, ma un giocatore così non merita di guardare la partita dalla tribuna”.
“L’espulsione ci ha fortificato, sono orgoglioso del gruppo, abbiamo scritto una pagina di storia della pallanuoto vincendo tre Champions consecutive – aggiunge Francesco Di Fulvio -. Sukno è un allenatore incredibile, è stata una serata emozionante: da settembre pensiamo a questa serata, ci alleniamo per vivere momenti così. Dedico la coppa a mio fratello Carlo e a mio papà che hanno avuto una stagione difficile con il Pescara, sono retrocessi e spero di avergli regalato un po’ di gioia”.