È stato, senza dubbio, uno dei colpi di maggior rilievo dell’ultima sessione di mercato, certamente il più importante per quanto riguarda i giovani italiani. L’obiettivo della Pro Recco è invariato: lottare per vincere tutte le competizioni a cui partecipa. Per riuscire nella sua mission il club ligure conferma la propria lungimiranza in sede di campagna acquisti puntando, con sempre maggior convinzione sui migliori prospetti del panorama nazionale per garantirsi, con gradualità, il necessario ricambio generazionale. Francesco Condemi racconta i retroscena della trattativa conclusasi con il suo approdo in Liguria, l’impatto con il nuovo ambiente e la voglia di mettersi in gioco per affermarsi ai massimi livelli.
Come e quando nasce la trattativa conclusasi con il tuo approdo in Liguria?
La trattativa è nata nei mesi scorsi, c'è stata la possibilità di venire a Recco: ho parlato con la mia famiglia e mi sono confrontato con alcune persone, ma la scelta poi è stata mia, ed è stata immediata e semplice perché quando ti arriva la chiamata della Pro Recco l'opportunità va colta al volo.
Che tipo di emozione hai provato quando il tuo nome è stato accostato alla Pro Recco?
Sono stato contentissimo della scelta fatta, la mia prima esperienza lontano da casa: le prime settimane sono state positive, mi trovo bene sia con i compagni sia con l'allenatore.
Che cosa ti ha chiesto mister Sukno quando vi siete incontrati?
Sukno mi piace moltissimo, mi piaceva da giocatore e ora da allenatore. È sempre molto calmo, con lui e con una squadra così è tutto più semplice: bisogna prendersi le proprie responsabilità e conoscere il proprio ruolo.
Da poche settimane sei parte della squadra che domina, incontrastata, la scena da due anni a questa parte. Con che stimoli arrivi in un ambiente in cui vincere è mentalità ormai ben radicata?
Qui a Recco vincere è l'obiettivo principale, me lo hanno sempre detto ed è quello che a me piace fare.
Quali sono gli aspetti del gioco su cui puoi ancora crescere?
Credo che debba crescere sotto tutti gli aspetti, migliorano i giocatori a 30 anni, figuriamoci io che ne ho 19.
Sei circondato da campioni assoluti. Ti identificavi i qualcuno di loro quando eri più piccolo?
Non ho un idolo in particolare, in realtà ho sempre guardato ai ragazzi più grandi con cui giocavo, prima all'Ortigia e adesso a Recco. Penso che allenandosi tutti i giorni con questi campioni sia impossibile non crescere.