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Editoriale

Barcelona 92. Il Settebello racconta…ecco Carlo Silipo

  Pubblicato il 11 Ago 2122  12:33
In acqua nasce come marcatore ma in realtà possiamo considerarlo come un universale capace di annullare il proprio avversario in difesa e di sganciarsi poi in attacco per andare a segnare gol dall’elevato peso specifico. Carlo Silipo oggi è il commissario tecnico che da quasi diciotto mesi lavora incessantemente per riportare il Setterosa ai livelli che gli competono. Tocca all’ex giocatore di Circolo Canottieri Napoli e Circolo Nautico Posillipo accompagnarci in questa nuova puntata dedicata alla celebrazione della vittoria di Barcellona 92.
 
Se deve riassumere il trionfo contro gli spagnoli con un’immagine quale sceglie?
L’immagine più rappresentativa è quella di una piscina stracolma con il re e la regina a vedere la partita.
 
Quali emozioni ha provato quando siete usciti sul piano vasca per la presentazione delle squadre?
La parte più belle della Picornell è senza dubbio il sottopassaggio. Noi avevamo fatto riscaldamento in un’altra vasca ma quando ci hanno accompagnato lì abbiamo percepito chiaramente la presenza di un pubblico molto numeroso. Salivano, gradualmente, la tensione e l’adrenalina, sentivamo l’importanza della posta in palio nell’ultima partita.
 
Quale è stato l’avversario più difficile da marcare in quel torneo?
Alle Olimpiadi non esistono partite facili. Abbiamo affrontato match di spessore contro rivali che annoveravano nelle proprie rose giocatori di enorme carisma ed esperienza. Il simbolo di quella generazione, fino all’arrivo del nuovo secolo, è stato però Manuel Estiarte.
 
C’è stato un momento in cui avete temuto di non farcela?
Quando si arriva a disputare la finale ci si presenta alla partita più importante del torneo. Si pensa solamente a vincere.
 
Che cosa vi ha detto il mister all’inizio dell’ultimo supplementare?
Mister Rudic è sempre stato lucido nel seguire la partita e nel dare le indicazioni tattiche del caso.
 
Il trionfo di Barcellona fu l’inizio di un ciclo memorabile per il Settebello. Quale era il segreto di quella nazionale?
Quella squadra aveva bisogno di una vittoria importante per sbloccarsi ed andare poi ad imporre la propria supremazia fino all’oro vinto nel 95 agli Europei di Vienna.  L’oro olimpico ci ha regalato la giusta consapevolezza nei nostri mezzi e della enorme qualità del lavoro svolto con Rudic.
 
Quanto c’è del maestro Ratko Rudic nel Carlo Silipo oggi allenatore del Setterosa?
C’è il cercare di far arrivare alle ragazze la consapevolezza di poter raggiungere qualsiasi traguardo se si mettono impegno e motivazione nel lavoro quotidiano. I sacrifici e le rinunce fatte possono essere pienamente ricompensati quando si raggiunge il risultato prefissato.
 
A settembre uscirà nelle sale 42 Segundos, film dedicato alle vicende della vostra storica rivale. Che cosa potrebbe rappresentare per lo sport italiano un film sulla storia di quel Settebello?
Evidenzierebbe non solo una vittoria ma il percorso che si cela dietro a quel trionfo, tutto ciò che è stato fatto. Quel gruppo ha compiuto rinunce e sacrifici per arrivare ad un risultato storico dietro il quale si cela un lavoro quotidiano maniacale.
 
Credits: Ansa