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Editoriale

Barcelona '92. Il Settebello racconta... ecco Pino Porzio

  Pubblicato il 16 Ago 2122  16:46
Con la calottina del Circolo Nautico Posillipo ha vinto tutto contribuendo ad un’epoca di trionfi storici del sodalizio rossoverde. In nazionale è stato una delle colonne della formazione con cui il Settebello ha dominato la scena dall’Olimpiade di Barcellona 92 all’Europeo vinto a Vienna nel 95. Da allenatore ha apposto la sua firma di vincente sia con il Circolo di Mergellina che con la Pro Recco, formazione con cui, tra i tanti trionfi, ha centrato lo storico bis continentale vincendo l’Eurolega sia nel 2007 che nel 2008. Non servono altre parole per definire la carriera di una delle leggende della pallanuoto, Pino Porzio. Tocca a lui accompagnarci, ancora una volta, nel clima della storica vittoria ottenuta alla Picornell.
 
Pino Porzio, una leggenda della pallanuoto, tanto da giocatore quanto da allenatore. Arrivò a Barcellona che aveva già vinto praticamente tutto ciò che c’era da vincere da giocatore ma le mancava il grande successo con la Nazionale. Cosa ci puoi raccontare di quel match?
Una vera Finale, due grandi squadre con giocatori di grande qualità, esperienza, personalità. Noi avevamo in quel momento qualcosa in più rispetto a tutti gli altri, una maturità psicofisica che ci consentiva di determinare la sorti dì una gara difficile come quella.
 
Quale era il clima nello spogliatoio alla vigilia della finale?
Nello spogliatoio c’era la giusta tensione, la giusta paura/rispetto per l’avversario ma soprattutto la consapevolezza che potevamo vincere. Quella squadra aveva una compattezza straordinaria, in acqua poi si è visto per molti anni!
 
Quale è stato il momento chiave del vostro percorso?
Non c’è stato un momento chiave ma una crescita graduale, costante nel tempo.
 
Quanto è stato importante, per quella spedizione, poter contare su un dirigente del calibro del compianto Gabriele Pomilio?
Gabriele Pomilio, nel bene e nel male, è stato il dirigente più influente della pallanuoto italiana degli ultimi 40 anni.
 
Come con il Posillipo, anche con il Settebello un cammino lungo con accanto sempre tuo fratello Franco. Quanto fu emozionante condividere anche con lui questa vittoria?
Oggi più dì allora comprendo la fortuna dì aver condiviso con mio fratello una vittoria straordinaria come quella dì Barcellona, così come il resto della carriera posillipina. Non capita tutti i giorni…ma devo dire che oggi il mio pensiero va soprattutto ai miei genitori, penso a come loro hanno vissuto questa situazione.
 
Il trionfo di Barcellona fu l’inizio di un ciclo memorabile per il Settebello. Quale era il segreto di quella Nazionale?
Non c’era nessun segreto, solamente il mix di talento e sacrificio.
 
Insieme a Bovo, Silipo, Pomilio e Campagna, una volta terminata la carriera da giocatore, ha intrapreso un percorso da allenatore che l’ha portato a diventare uno degli sportivi più vincenti di sempre (se non il più vincente). Quanto c’è di Rudic nel Pino Porzio allenatore?
Rudic è stato importante, ha guidato con maestria quel gruppo straordinario dì talenti. Ricordo anche Bartolo Consolo che fu un ottimo presidente fino ad un certo punto, poi la politica e gli interessi personali posero fine a quella squadra.
 
A settembre uscirà nelle sale 42 Segundos, film dedicato alle vicende della vostra storica rivale. Che cosa potrebbe rappresentare per lo sport italiano un film sulla storia di quel Settebello?
Mi piacerebbe un film su quella partita con Sorrentino regista, Alessandro Gassman nei panni dì Ferretti, Massimiliano Gallo dì Fiorillo, Toni Servillo in quelli dì Rudic, Marlon Brando in quelli dell’arbitro Martinez.

Come vedi a distanza dì tanti anni…meglio riderci su.