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Editoriale

Barcelona '92. Il Settebello racconta... ecco Franco Porzio

  Pubblicato il 10 Ago 2122  12:36
Continua il ciclo di interviste che Waterpolo People dedica agli eroi della Picornell nel trentennale della vittoria della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Barcellona. Prende oggi la parola Franco Porzio, all’epoca mancino di straordinaria classe che ha vinto tutto sia con la calottina del Settebello che con quella del Circolo Nautico Posillipo, oggi presidente dell’Aktis Acquachiara, società che svolge un lavoro egregio con il proprio settore giovanile prodigandosi in un’opera fondamentale per appassionare le giovani generazioni alla pallanuoto.
 
Se deve riassumere il trionfo contro gli spagnoli con un’immagine quale sceglie?

Le istantanee di quel giorno sono davvero innumerevoli. Il pubblico gremito sulle tribune della Picornell, la passerella (finita poi non come da programmi) di Juan Carlos, le provocazioni in acqua e fuori, la fatica, la stanchezza che cercava di prendere il sopravvento, l'arbitro cubano che non fischiava, poi i supplementari...infine la rete di Nando e la traversa degli spagnoli.
 
Che tipo di stimolo rappresentava per il Maradona della pallanuoto lottare per l’oro contro una leggenda del calibro di Estiarte?
Penso che le vittorie più belle siano sempre quelle più difficili da ottenere. Giocare in casa degli spagnoli, contro una piscina grondante di entusiasmo per i propri beniamini e con il pronostico che non ci era favorevole ha certamente moltiplicato le nostre energie. Estiarte ha certamente rappresentato la storia di questa disciplina fino all’inizio degli anni 2000 ma credo che nello sport solo confrontandosi con i più forti si cresce.
 
Che cosa ha significato, per lei, tra i numerosi trionfi della sua carriera, condividere la vittoria olimpica con suo fratello Pino?
Il sogno di ogni bambino, quando comincia a praticare sport, è quello di andare alle Olimpiadi.
Anche per me e per mio fratello Pino è stato cosi…non avremmo mai pensato, però, di andare ai Giochi, vincerli e, perdipiù, da compagni di squadra, difendendo i colori del nostro paese.
 
C’è stato un momento in cui avete temuto di non farcela?
Subire il sorpasso sull’8-7, a pochi minuti dal termine del secondo supplementare, avrebbe potuto tagliarci definitivamente le gambe ma siamo stati bravi a non perdere la calma e a trovare il punto della parità con il gol confezionato siglato da Ferretti su assist di Bovo.

Quale è stata la sua prima reazione quando ha visto il pallone scagliato da Gandolfi terminare la sua corsa nella porta spagnola?
L’esplosione di gioia è stata istantanea ma sapevamo di dover stringere ancora i denti perché la partita non era finita.
 
Non posso non chiederle il suo ricordo di due colonne di quella spedizione vincente che ci hanno prematuramente lasciato: Paolo Caldarella e Gabriele Pomilio.
Paolo è stato e sarà per sempre uno di noi. Sono certo che ieri, da lassù, ha festeggiato anche lui questa storica ricorrenza. Gabriele è stato una figura fondamentale per il nostro mondo, un dirigente illuminato che per decenni ha operato, senza mai fermarsi, per il bene e la crescita della pallanuoto. Possiamo dire che in quella spedizione abbiamo avuto a nostra disposizione due top player: Ratko Rudic in panchina e Gabriele Pomilio nel ruolo di dirigente.
 
La vittoria di Barcellona fu l’inizio di un ciclo memorabile per il Settebello. Quale era il segreto di quella nazionale?
Quella squadra era formata da un nucleo di giocatori di assoluto talento ed era dotata di un’impressionante completezza tattica in tutti i ruoli. Gli allenamenti estenuanti a cui Ratko ci sottoponeva ci mettevano continuamente alla prova sia sotto l'aspetto fisico che mentale preparandoci ad affrontare qualsiasi tipo di difficoltà.
 
Quanto c’è del Franco Porzio pallanuotista nella sua attività imprenditoriale?
L’impegno quotidiano dettato dalla consapevolezza che solo attraverso sacrifici e rinunce si raggiungono i grandi risultati. La passione di chi, una volta raggiunto un traguardo, non si ferma ma guarda già all’obiettivo successivo.
 
A settembre uscirà nelle sale 42 Segundos, film dedicato alle vicende della vostra storica rivale. Che cosa potrebbe rappresentare per lo sport italiano un film sulla storia di quel Settebello?
Quel Settebello ha scritto la storia dello sport italiano e nel giro di due anni ha centrato il Grande Slam. Una pellicola sarebbe il giusto tributo a chi ha realizzato quell’impresa ma sarebbe ancora più importante per le generazioni futura. Chi si avvicina alla disciplina sportiva, qualunque essa sia, ha bisogno di esempi a cui ispirarsi e di idoli da emulare per poter puntare alle vette più alte.