Se la pallanuoto italiana non funziona, è anche perchè si porta dietro da anni regole obsolete, che fanno a pugni con la realtà economica che stiamo vivendo. Una di queste regole è la seguente: la Società che rinuncia alla partecipazione ad un campionato può riprendere la sua attività di pallanuoto partendo dal campionato dell’ultima serie prevista.
Può succedere, ed è successo più volte negli ultimi anni, che una Società si trovi in una situazione finanziaria completamente differente da quella della stagione precedente. Può accadere per mille motivi, ad esempio la perdita di uno sponsor importante oppure la perdita della gestione di un impianto. Purtroppo sono eventi determinanti in uno sport come la pallanuoto che non gode di importanti risorse economiche derivanti dalla vendita dei biglietti. Ormai sono accadimenti, non diciamo all'ordine del giorno perchè sarebbe esagerato, ma sicuramente da inserire - prendiamo in prestito il gioco del Monopoli - più nell'elenco delle probabilità che in quello degli imprevisti.
E allora cambiamola questa regola, trasformiamola così: La Società rinunciataria può riprendere la sua attività di pallanuoto partendo dal Campionato immediatamente successivo. Il che potrebbe salvaguardare anche il mantenimento di posti di lavoro messi in pericolo da una retrocessione in ultima serie.
E' chiaro che la rinuncia ad un campionato deve essere comunicata con largo anticipo, con limiti temporali stabiliti dalla federazione.
Occorre, inoltre, una severità che non c'è da parte della Federazione nei confronti di quelle società come l'Imperia che soltanto all'ultimo momento si sono "ricordate" che non avrebbero potuto farcela a prendere parte al campionato al quale avevano acquisito il diritto di partecipare. E per severità s'intende pesantissime sanzioni a carico dei dirigenti.
Mario Corcione
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L'OPINIONE DI STEFANO POSTERIVO: "La retrocessione in un campionato immediatamente successivo è un paracadute troppo comodo, e dunque pericoloso. Potrebbe essere ammissibile questa correzione della regola attuale solo se la rinuncia fosse comunicata in largo anticipo, evitando così quello che è successo con l'Imperia".
L'OPINIONE DI FABRIZIO NAPOLI (caporedattore di Wpd World): "Io credo, invece, che sia una regola giusta, alla quale non si può assolutamente rinunciare. Serve innanzitutto per tutelare la regolarità dei campionati. Se si consentisse ai club che rinunciano di partecipare al campionato immediatamente successivo, lo farebbero tutti e sarebbe il caos".
RISPONDE MARIO CORCIONE: Se dobbiamo ipotizzare che tutte le società ne approfitterebbero per fare l'A2 anzichè l'A1, allora la pallanuoto sta ancora più inguaiata di quello che pensavo e quindi è meglio chiudere baracca e burattini. Delle 23 squadre attuali, al massimo due o tre avrebbero preferito fare l'A2, e la loro rinuncia alla massima serie sarebbe sicuramente un vantaggio: eviteremmo un bel po' di risultati tanto a poco.
I VOSTRI COMMENTI
D'accordissimo con Fabrizio: permettendo la "retrocessione" di una sola categoria, ci sarebbero troppe rinunce "di convenienza", senza perdere però di vista quella da cui si è arrivati. A cui per altro poter riaccedere in una sola stagione, vincendo il campionato. Ripartendo dalla promozione invece, o B femminile, una società che VERAMENTE si trova in difficoltà economiche, può ripartire con progetto nuovo investendo sui giovani italiani (cosa fondamentale per tutto il movimento). Chi invece "vuol fare il furbo", sarà costretto comunque a partire da zero. Comportamenti come quello dell'Imperia poi sono inqualificabili: le sanzioni sono comunque inutili, si sa che in Italia una scappatoia si trova sempre per evitarle. Altra cosa: bisognerebbe anche rivedere il discorso dell'acquisizione dei diritti di squadre rinunciatarie (esempio la PN Como appena nata, subito iscritta alla serie B senza fare la trafila della Promozione e serie C, oppure "strani" ripescaggi qua e là vedi Como Nuoto che dopo la rinuncia alla A1 è ripartita dalla B)
Nicola
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