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Reale Mutua Torino'81 Iren: intervista con Marco Raviolo

  Pubblicato il 17 Ago 2017  11:06
La Reale Mutua Torino'81 Iren è già proiettata verso la nuova stagione. La squadra riprenderà gli allenamenti lunedì 21 agosto alla Piscina Monumentale, sotto la guida di Simone Aversa.
 
In attesa del primo allenamento, il Vice Presidente del club gialloblu Marco Raviolo è già pronto a ripartire, dopo un'annata culminata con la salvezza ottenuta nella finale playout.
Lo scorso è stato un anno intenso ma certamente positivo. Per quanto riguarda la prima squadra il risultato ottenuto è qualcosa di rilevante. Non era per nulla facile conquistare la salvezza, sia perché era il nostro primo anno, sia perché erano tantissimi i giocatori al debutto nel massimo campionato italiano. Abbiamo stretto i denti nella prima parte di stagione, quando la poca abitudine a giocare certi tipi di partite si è fatta sentire, e nell'ultima parte di campionato quando siamo stati costretti a rinunciare ad un punto di riferimento come Filipovic. Il gruppo però è stato semplicemente perfetto; i ragazzi non hanno mollato, hanno fatto quadrato, sono cresciuti tantissimo e nel momento cruciale sono riusciti a tirare fuori gli artigli, conquistando una salvezza più che meritata.
Non solo prima squadra, i risultati sono arrivati anche dal settore giovanile. Per una società come la nostra, il vivaio è determinante. Lo dimostra il fatto che la maggior parte dei giocatori della rosa della prima squadra lo scorso anno, era cresciuta nel nostro settore giovanile.
 
Anche i numeri di iscritti sono in crescita.
Sull'incremento hanno inciso sia la promozione in Serie A1, sia le medaglie olimpiche del Settebello e del Setterosa a Rio, che hanno spinto molti ragazzini della nostra città a buttarsi in piscina per emulare i campioni della Nazionale.
 
Torniamo a parlare di Serie A1. Il mercato è già entrato nel vivo con l'arrivo di due pedine differenti, ma entrambe di spessore, come Pavlovic e Gandini.
Sono certamente due profili diversi, direi quasi opposti. Christian è un giovane italiano, un ragazzo di prospettiva ma già protagonista di parecchie annate in Serie A1. Avevamo bisogno di un profilo di questo tipo, un ragazzo con tanta fame e voglia di mettersi in gioco.
 
E su Pavlovic?
Il discorso con lui è stato un altro. A noi serviva un centro “navigato”, di spessore e con tantissima esperienza alle spalle. Ci servirà anche per aiutare quei giocatori che sono ancora poco abituati alla categoria.
 
Due nuovi innesti per un gruppo ormai più che consolidato.
Uno dei nostri vanti è quello di essere riusciti a mantenere sempre uno “zoccolo duro”, con il quale siamo riusciti prima a raggiungere l'A1 e poi a mantenerla. Puntiamo molto su quel “senso di appartenenza” che i nostri ragazzi hanno e che ritengo essere uno dei nostri punti di forza.
Detto ciò il nostro mercato non è ancora finito: siamo ancora alla ricerca di almeno uno straniero.
 
La stagione sta per cominciare, quali sono gli obiettivi della Torino'81 al secondo anno di A1?
Fino a quando non avremo risorse tali da permetterci altri investimenti il nostro obiettivo sarà quello della salvezza, cercando però di ottenerla in maniera più tranquilla dello scorso anno. Ma nei nostri piani un ruolo primario ce l'ha anche il rendimento del settore giovanile. Puntiamo sempre a far crescere il movimento. perché vogliamo che molti dei nostri giovani possano essere i prossimi componenti della prima squadra.
 
Tra le varie vittorie di Torino, una su tutte è quella di poter contare sempre su una piscina piena.
Torino è una piazza che ha fame di sport ad alto livello e vedere la Monumentale sempre con così tanta gente lo conferma. La nostra città non vive solamente di calcio, e anche la Fiat Torino (Serie A1 di basket ndr) lo sta dimostrando con ottimi numeri  in termini di pubblico. A tal proposito stiamo vagliando l'idea di far pagare l'ingresso per alcune partite. Una cifra poco più che simbolica nelle gare contro le “big three” (Pro Recco, Brescia e Sportmanagement). Stiamo parlando di tre tra le squadre più forti d'Europa ed è doveroso che uno spettacolo del genere sia a pagamento. Lo sport ad alto livello deve essere valorizzato anche sotto questo punto di vista.
 
A proposito di eventi sportivi di livello, il 1^ Memorial Mattia Aversa ha riscosso un grande successo. Ci sarà un seguito?
Ci stiamo già adoperando per la seconda edizione. Oltre ad essere un modo meraviglioso per ricordare Mattia ci permette proprio di promuovere il nostro sport.
 
Uno dei temi su cui si sta dibattendo è proprio la promozione della pallanuoto. Qual è il tuo punto di vista?
Il discorso è certamente molto complesso. In merito al cambio dei regolamenti sono contrario. Non credo che possa essere questa la soluzione per rendere più appetibile il nostro sport. Non è dentro l' acqua che le cose devono cambiare, bensì fuori.
In che senso?
Il lavoro da fare è quello di creare un evento nell'evento. Bisogna cioè offrire allo spettatore un motivo ulteriore per recarsi in piscina. Gli sport americani vivono di questo ed è sotto gli occhi di tutti quanto questo modello sia vincente. Ovviamente non è facile, anche perché le società hanno risorse limitate, ma tutti insieme dobbiamo cercare di guardare al futuro e di adoperarci seguendo quella strada.
 
Un esempio?
A luglio ero a Budapest per i Mondiali e devo dire che l'organizzazione è sta davvero molto buona. Qualche idea mi piacerebbe riproporla anche da noi. Mi è piaciuto molto, ad esempio, il trasmettere prima di ogni partita le regole della pallanuoto sul maxi schermo. E' un modo molto semplice per far avvicinare alla disciplina coloro che magari sono venuti in piscina solamente per curiosità. Inoltre bisogna puntare sull'intrattenimento del pubblico per renderlo protagonista.
 
A proposito di Mondiali, il Settebello nonostante la sconfitta con la Croazia ha dimostrato per l'ennesima volta di essere sempre ai vertici.
Campagna ha allestito una squadra come sempre molto competitiva. Il pareggio con l'Ungheria ha certamente influito molto sull'andamento del nostro torneo, senza dimenticare che le tre assenze dell'ultimo minuto hanno leggermente cambiato i piani del CT. Nonostante tutto l'Italia rimane sempre una delle super potenze di questo sport.
 
Dalla Nazionale al campionato. Spesso si è parlato di un impoverimento del livello tecnico dell'A1. Sei d'accordo?
In parte sì, ma ho notato, che eccezion fatta le prime 3, le altre squadre sono molto più vicine di quello che si possa pensare. Ovviamente questo non può che rendere più affascinante la Serie A1, anche se chiaramente le prime tre fanno fanno un altro campionato.
 
Ridurre il numero delle squadre potrebbe diminuire il gap tra le prime e le altre?
Il numero di 14 squadre credo sia corretto. La pallanuoto deve essere promossa su tutto il territorio e avere 14 squadre nella serie maggiore ti può permettere di avere squadre rappresentanti di svariate zone d'Italia e questo credo sia fondamentale per la crescita del nostro movimento. Senza dimenticare il fatto che disporre di un campionato così esteso su tutto il territorio può aiutare le società ad essere più appetibili ai vari sponsor.

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