Muri Antichi, Luigi Spinnicchia: "Sport non essenziale? Solo se lo guardi in poltrona"
Pubblicato il 20 Ott 2120 11:43
E’ inaccettabile, ancora nel 2020, ascoltare una frase del genere. Soprattutto da chi, come il sottoscritto ha l’onore e l’onere di dirigere una Società Sportiva che abbraccia lo sport di base, di vertice, individuale e di squadra; lavoro svolto da decenni, con particolare attenzione per la formazione personale e dello staff. La mia analisi si intenda scevra dall’esigenza di sostenere una causa piuttosto che un’altra, per interesse personale, di società o di corporazione. Ma solo frutto di esperienza e dati consolidati.
E’ inaccettabile, ancora nel 2020, ascoltare una frase del genere: solo gli ignoranti non sanno che ogni risorsa destinata allo sport equivale ad una somma pari a tre volte che si va a risparmiare dalle risorse destinate al sociale ed alla sanità; perché ciò incide nelle abitudini di vita e alimentari della popolazione, nel creare alternative di svago ai bimbi e adolescenti disagiati, perché lo sport è a pieno titolo un’ agenzia educativa come la famiglia e la scuola, accreditata dal fatto che i maestri dello sport sono istruiti per essere educatori e formatori, integrando, aiutando, e, talvolta, sostituendosi alle famiglie.
E’ inaccettabile, ancora nel 2020, ascoltare una frase del genere: 20 milioni di praticanti, 5 milioni di tesserati, 2,5% del Pil nazionale (con possibilità di crescita sino al 4%), sono molto più di quattro amici che giocano a pallone sotto casa e meritano una adeguata attenzione e rispetto. Lo ha capito la società civile, lo ha capito la stampa, soprattutto lo hanno capito le società sportive con una classe dirigente che, pur rimanendo appassionata, cresce in professionalità e si forma sempre più, si inventa soluzioni, trova risorse, ma non per questo è disposta ad accettare di buon grado le continue mortificazioni a cui una parte di classe politica arrogante, inadeguata, ignorante e presuntuosa continua a sottoporle.
Si chiudano le palestre, le piscine e tutti gli impianti se serve veramente ad uscirne fuori.
Ma nessuno pronunci più questa frase: lo sport attività non essenziale.
Noi sportivi siamo abituati a lottare fino all’ultimo: potremmo pure ridurci in cenere, ma l’arabe fenice che risorgerà indosserà una calotta, colpirà un pallone, impugnerà un racchetta , esulterà per una meta o per un arrivo al fotofonish.
Promesso...
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