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L'Italia cuoce la Serbia (10-9) nel forno di Civitavecchia

  Pubblicato il 26 Lug 2116  22:49
ITALIA-SERBIA 10-9 (2-0, 1-2, 5-3, 2-4)
Italia: Tempesti, F. Di Fulvio 2, Gitto 1, Figlioli, A. Fondelli, Velotto, Nora 1, Gallo 2, C. Presciutti 1, Bodegas 3, Aicardi, N. Presciutti, Del Lungo. All. Campagna.
Serbia: G. Pijetlovic, Mandic 3, Gocic, Randjelovic, Cuk 3, Ubovic, Nikic, Aleksic 1, Jaksic, S. Rasovic 1, V. Rasovic, S. Mitrovic 1, B. Mitrovic. All. Savic.
Arbitri: Caputi (Ita) e Flahive (Aus).
Superiorità numeriche: Italia 5/8, Serbia 4/9.
Note: presenza numero 100 in nazionale per Francesco Di Fulvio. In porta per l'Italia Del Lungo e per la Serbia Branislav Mitrovic. Tempesti (I) e G. Pijetlovic (S) in porta a inizio terzo tempo. Uscito per limite di falli Aicardi (I) nel quarto tempo.
 
LA PARTITA VISTA IN TIVU'
Risultato bugiardo. Vero che la Serbia mancava di tre pedine fondamentali (Filipovic, Dusko Pijetlovic e Prlainovic), vero che ha giocato la prima frazione con la stessa determinazione con la quale gli inglesi sorseggiano il the, ma il 10-9 finale va stretto agli azzurri, che hanno giocato molto bene per tre tempi e mezzo. All'inizio della quarta frazione il Settebello vinceva 9-5 ed ha avuto, sempre con Aicardi, due ottime occasioni per andare sul +5. Negli ultimi quattro minuti la squadra di Campagna si è addormentata e la Serbia ne ha approfittato per ridurre il gap ad una sola lunghezza (10-9) sfiorando anche il pareggio negli ultimissimi secondi.
Forno. E' il 26 luglio, c'è un'afa micidiale che tormenta tutto lo Stivale e si gioca in una piscina al coperto, quella di Civitavecchia. A fine primo tempo Dario Di Gennaro, che ha diviso la sauna con il solito compagno di viaggio Francesco Postiglione, dice: "C'è un caldo che non dimenticheremo e a causa del quale il pubblico si è un po' assopito".
Regia. Però non c'è Gambuti in regia (forse è in ferie, speriamo che ci rimanga anche durante le Olimpiadi) e possiamo goderci una trasmissione della gara semplice e lineare. La partita, di una noia mortale nel primo quarto (2-0 per gli azzurri), si ravviva mano mano che consuma il suo percorso anche perchè "la Serbia a perdere non ci sta mai, anche se si tratta di un'amichevole", sottolinea Postiglione.
Mandic. Non ci sta a perdere soprattutto Mandic, che segna tre gol con altrettante cannonate imparabili. Ma, oltre a Cuk, è l'unico tra i serbi che gioca all'altezza della sua fama, mentre nella squadra di Campagna più di un giocatore va abbondantemente sopra la sufficienza.
Del Lungo e Caputi. Gioca i primi due tempi Marco Del Lungo, poi lascia il suo posto a Tempesti dopo aver fatto una serie di ottime parate. Ha fatto bella figura davanti al pubblico della sua città, così come Massimiliano Caputi, decisamente più convincente del collega australiano Flahive.
Mancini. Gallo una spanna più bravo rispetto a Nora. Sono proprio loro a firmare il 2-0 iniziale, poi l'ex mancino del Posillipo concede il bis e si segnala anche in fase di rifinitura.
Bene i cognati. Buona partita dei cognati Niccolò Gitto e Christian Presciutti, che tra l'altro costruiscono assieme anche una rete molto importante, quella dell'8-5 in chiusura di terza frazione.
Di Fulvio. Il recchelino, alla sua centesima partita con il Settebello, mette lo zampino nella prima rete azzurra, quella realizzata da Nora in doppia superiorità, poi firma personalmente altre due reti, che gareggiano entrambe in bellezza con il primo dei tre gol di Bodegas, realizzato dopo essersi girato al centro (e lo marcava Randjelovic).
Gli ha dato un'identità. Dopo questo gol Francesco Postiglione dice: "Campagna ha dato un'identità a Bodegas, finora utilizzato in ruoli disparati".
Mario Corcione
 
IL COMUNICATO DELLA F.I.N.
L'Italia, argento olimpico, piega la Serbia campione del mondo e d'Europa per 10-9 (parziali 2-0, 1-2, 5-3, 2-4) nella prova generale pre Giochi di Rio de Janeiro che si è svolta al PalaGalli di Civitavecchia.
I 13 azzurri selezionati dal cittì Sandro Campagna passano subito in vantaggio, raggiungono il +4 per poi amministrarlo attraverso una solida difesa e una buona percentuale offensiva sia a uomini pari sia in superiorità numerica. Peccato per il calo di attenzione finale che avrebbe potuto compromettere un successo chiaramente meritato.
La Serbia - che si presenta al torneo olimpico coi favori del pronostico - è un potenziale incrocio del Settebello nella fase ad eliminazione che seguirà i preliminari ed è stata in collegiale con gli azzurri e l'Australia al centro federale di Ostia dal 18 luglio.
CRONACA. L'Italia parte con Del Lungo in porta, che smanaccia sul palo la prima insidia. Successivamente Aicardi conquista la superiorità numerica, che diventa poi doppia e porta al gol del mancino Nora a 1'17. Dopo un errore per parte in extraplayer, gli azzurri raddoppiano con l'altro mancino in rosa, l'esperto Gallo, che sfrutta una deviazione a 6'30.
Nel secondo tempo la Serbia alza ritmo e pressione; comincia a spingere fisicamente e, dopo due controfalli, accorcia col mancino Mandic a 2'20 in superiorità numerica e poi impegna più volte Del Lungo, sempre sicuro. Così l'Italia, a cui erano state lasciate soltanto conclusioni dal perimetro, si riporta sul +2 con Gitto, che trasforma la terza opportunità in superiorità numerica a 6'23 prima che Mandic mandasse al cambio campo sul 3-2.
Entrambi gli schieramenti cambiano portiere con capitan Tempesti - prossimo alle 5 olimpiadi come Gianni De Magistris, Giorgio e Tania Cagnotto - pienamente recuperato dopo l'intervento per il parziale distacco della retina dell'occhio destro effettuato il primo giugno scorso. Piovono gol con l'Italia che raggiunge il +3 (8-5) con le reti in chiusura di parziale di Di Fulvio per il 3/5 in superiorità numerica e di Christian Presciutti in controfuga. In precedenza Stefan Mitrovic aveva risposto in controfuga a un bel numero di Bodegas ai due metri contro Randelovic; Mandic dai 5 metri a un tap-in di Gallo dopo una traversa colpita da Velotto con una palomba; Cuk per il 2/5 in superiorità numerica ad un alzo e tiro di Di Fulvio.
Nel quarto tempo gli azzurri raggiungono il +4 (9-5) con Bodegas in più a 1'05 (4/6); poi controllano con superficialità, calano di attenzione, sporcano la partita e subiscono il 10-9 di Aleksic a 35" in parità numerica. Finisce col possesso serbo negli ultimi 5 secondi e un'entrata irregolare ai due metri che lascia temere il pareggio. Nel mentre i gol in superiorità numerica di
Strahinja Rasovic, due di Cuk di cui uno a uomini pari, e di nuovo Bodegas, autore di una tripletta.
LE DICHIARAZIONI DEL CT CAMPAGNA. "L'importante era appurare la tenuta fisica e ho ricevuto risposte positive. Abbiamo appena cominciato la fase di scarico e inizialmente si tiene a scendere di condizione. La partita è stata durissima dal punto di vista fisico, oltre il limite, ma è quello che volevo. Abbiamo giocato bene per tre tempi e mezzo, poi abbiamo avuto un black-out mentale che dobbiamo assolutamente evitare alle Olimpiadi. Siamo soddisfatti del lavoro svolto e moderatamente ottimisti per il torneo olimpico. Sappiamo che ci aspetta una prima fase durissima. L'obiettivo è qualificarsi ai quarti di finale e andare avanti di partita in partita. La Serbia resta la candidata numero uno alla conquista della medaglia d'oro. Spero di incontrarla il più lontano possibile. Dal secondo al nono posto tutto è possibile. Rivolgo un carissimo saluto a tutti i ragazzi che ci hanno accompagnato in questi quattro anni e malgrado la ferita dell'esclusione sono sicuro che tiferanno per il gruppo a cui appartengono".
 
 

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