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Lettera di un bambino napoletano (di Bruno Cufino)

  Pubblicato il 27 Giu 2019  07:54
Oltre che essere un grande allenatore e un ottimo dirigente, Bruno Cufino possiede un dono: scrive bene come pochi. Vi riproponiamo questo splendido e divertentissimo pezzo scritto da Bruno qualche anno fa.
 
Per le parole in neretto c’è al termine dell’articolo la spiegazione
 
Sono Ciro, un ragazzo napoletano di undici anni che ne fa dodici però a dicembre che sta di casa dalle parti della Duchesca, ma non proprio là dentro dove fanno i paccotti ai turisti fessi ma abbastanza là vicino. Anche se la casa dentro non c’è male, papà e mamma dicono che il posto è una chiavica perchè non si sa mai dove mettere la macchina e non puoi scendere a giocare perchè ci stanno i sacchetti ammontonati e i mariuoli, e se anche in certe ore non ci stanno non puoi giocare a pallone lo stesso, perchè se va a finire dentro ad un balcone la signora che ci abita te lo schiatta.
Io so nuotare abbastanza, pure se non sono mai andato in una piscina vera, perchè mia zia che ha sposato un mio zio che ha una salumeria nella provincia di Salerno però lontano, sta di casa vicino al mare e io da quando ero piccolo ogni anno quando finisco la scuola ci vado e torno quando la scuola comincia da capo. Papà però viene al sabato e quattro o cinque giorni a ferragosto. Là ci stanno pure due miei cugini e stiamo sempre buttati a mare anche se si spugnano le mani. Facciamo i tuffi, le corse a nuoto e giochiamo con il pallone a mare, anche se non tengo ancora la cagliosa perchè sono piccolo. L’anno scorso ho anche preso un purpo e mi sono appizzato le spine di riccio nelle mani.
Mio padre tiene la passione per il Napoli ed io pure, e qualche anno fa si è comprato la parabola fuori al balcone, ma adesso non ci stanno più le schede pezzottate e lui è sempre incazzato per questo. Io volevo giocare nel Napoli, ma siccome che da quando Maradona si è drogato fa schifo, non ci voglio andare più. Però guardo sempre da sopra alla parabola quando fa il Posillipo che pure è di Napoli ma fa la pallanuoto e deve vincere lo scudetto. Mi piace assai vedere quelli che nuotano come i pazzi e tirano le cagliose fortissime senza i piedi per terra e che si chiavano pure le mazzate però senza appiccicarsi. Pure il telecronista, che fa pure il pallone e non mi ricordo come si chiama ha detto che il Posillipo è forte anche se è meglio che non lo dice perchè poi una volta che lo ha detto ha pure perso anche perchè quegli altri erano appaltati con l’arbitro. Pure papà ha detto che è bello questo sport e che ci vuole la salute per gocare. Allora ho pensato che voglio farlo anche io che la salute la tengo e che mi piace, ma qua alla Duchesca si e no abbiamo l’acqua nel gabinetto che qualche volta pure si appila e allora ho detto a mio padre che lo vorrei fare, ed iscrivermi ai pulcini della pallanuoto. Lui ha saputo che si può fare a Fuorigrotta ma è troppo lontano, anche se l’anno scorso dovevamo andarci di casa perchè si affittava un appartamento sopra alla sorella di quella che abita sotto da noi. Mamma ci voleva andare di casa là, però papà ha detto che costava di più di qua ed era una mezza chiavica, e allora meglio una chiavica come dove stiamo adesso ma che costa di meno, che una mezza chiavica ma che costa di più, e così siamo restati qua. Mo se ci eravamo andati io già sicuramente stavo nel Posillipo. Poi si è informato che mi posso iscrivere proprio dove sta l’ufficio del presidente del Posillipo che c’è una piscina piccola positivamente per i pulcini. Là non ci possiamo andare di casa perchè non è una chiavica, ma papà mi ha detto che se ci dobbiamo affittare una casa là poi dobbiamo mangiare solo due volte al mese ed io devo andare a fare i cartoni la notte per pagare la luce e il gas. E allora sempre meglio stare nella chiavica che non mangiare e non dormire la notte. Ho provato pure a domandargli se tutti quelli che abitano là non mangiano e fanno i cartoni, ma ho acchiappato un pacchero dietro alla testa.
Così due settimane fa, dato che al martedì dove lavora a Caivano finisce prima, mio padre ha detto che mi accompagnava a domandare se potevo iscrivermi e ha detto di farmi trovare ai quattro palazzi alle cinque che mi veniva a pigliare. Lui è arrivato alle sei meno venti perchè ha detto che ci stavano i camion ed era talmente incazzato che non ho detto una parola. Anche sotto alla grotta abbiamo trovato il traffico ma senza camion e siamo arrivati da quelle parti che erano quasi le sei e mezzo. La macchina di mio padre è una Opel familiare lunga perchè ci deve portare la roba dietro quando fatica, e non abbiamo trovato il posto per fermarci e siamo andati abbastanza più lontano con papà che diceva le parole ai morti. Poi ce la siamo fatta a piedi fino all’ufficio del presidente del Posillipo che sta in un posto bellissimo pure se il mare faceva schifo perchè ci stavano onde, ma che non si puo entrare. Abbiamo aspettato un poco là fuori poi hanno detto a papà che deve tornare a parlare con l’allenatore che non ci stava perchè stava ad un’altra parte.
Allora ce ne siamo andati e mio padre stava già incazzato con me che mi sono messo in testa questo fatto della pallanuoto quando posso fare il bigliardino vicino casa, ma quando siamo arrivati alla macchina ha trovato pure una multa perchè l’aveva messa sopra a certe strisce che non si può stare. Ha cominciato ad alluccare con me come un pazzo ed ha telefonato pure a mamma col cellulare e si è incazzato pure con lei che stava a casa con mia sorella piccola ma non ho capito perchè. Mi ha pure dato due paccheri e dato che tiene la mano pesante mi sono anche fatto un poco male. Anche a tornare a casa ci abbiamo messo quasi un’ora perchè papà ha detto che chiudevano i magazzini, ed abbiamo dovuto lasciare la macchina quasi alla marina perchè là ci sta uno che conosce e, forse, non si fanno la macchina che ha solo 4 anni. Abbiamo mangiato che si erano fatte le nove e papà stava così incazzato per mezza mia e della pallanuoto che non ha detto una parola per tutta la sera e si è pure inguacchiato col sugo delle polpette, e mia mamma gli faceva le facce dietro senza farsi vedere da lui, e io quasi me la facevo sotto ma non potevo ridere se no acchiappavo altri tre o quattro paccheri.
Il giorno dopo mia madre mi ha consigliato di vedere se ci posso andare con i mezzi. Ho saputo che per andare fino a là devo pigliare un mezzo fino a piazza Municipio e poi un altro che passa per la villa e arriva là vicino e quando torna si fa la Caracciola. Mi sono accorto che ci vuole un sacco di tempo e poi ancora non so se per iscrivermi ci vogliono molti soldi e se poi mio padre me li da. Così adesso sto facendo un po’ di bigliardino al pomeriggio vicino casa mia, ma ancora non mi sono tolto il pensiero di fare pallanuoto ed ho pensato di scrivere a voi per fare alcune domande.
Dato che non posso andare in piscina da solo se no abbusco pure e mio padre non mi può accompagnare, come posso fare questa stagione per cacciare la cagliosa come a Postiglione? Tutti i pulcini della pallanuoto abitano dalle parti dell’ufficio del presidente del Posillipo? Come fanno con i cartoni la notte? Se mi potete rispondere, quando giocherò pure io in serie A vi faccio l’autografo.
Ciro
 
LEGENDA
Alluccare: gridare.
Appila: intasa
Cagliosa: tiro molto forte.
Caracciola: via Caracciolo.
Diceva le parole ai morti: bestemmiava.
Duchesca: quartiere napoletano nei pressi della stazione centrale.
Fare i cartoni: a Napoli, per sbarcare il lunario, tuttora ci sono persone che raccolgono le scatole di cartone da imballaggio abbandonate per riciclarle e venderle.
Gli faceva le facce dietro: gli faceva le smorfie alle spalle.
Inguacchiato: sporcato.
Mezzi: mezzi pubblici
Paccheri: schiaffoni.
Pezzottate: false
Purpo: polpo.
Quattro palazzi: così è denominata piazza Nicola Amore, una celebre piazza di Napoli formata da quattro palazzi identici.
Si fanno la macchina: rubare la macchina..

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