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Ecco l'ultima puntata del nostro giallo sulla pallanuoto

  Pubblicato il 28 Gen 2120  10:10
"Finalmente! Era ora che vi faceste vivi".
Non appena Noce e Ragozzino dissero "Siamo della Polizia", Armando De Vivo li invitò a seguirlo senza neppure attendere che gli spiegassero il motivo della loro visita.
Il corpulento proprietario de "La libellula", uno dei ristoranti che negli ultimi anni erano nati come funghi sulla spiaggia del Pozzillo, si precipitò verso l'entrata del locale seguito dai due poliziotti. "Ecco, guardate qua! Non passa notte che quei figli di puttana non mi imbrattino il muro con gli spray. Cinque volte ho dovuto farlo dipingerlo, e ora ci vorra anche la sesta", disse sconsolato mostrando il murale giallo e nero ancora fresco che raffigurava un topo intento a mangiare in una scodella.
"Voglio sperare - disse Noce facendo l'occhiolino a Ragozzino - che lei abbia fatto mettere una telecamera. Altrimenti per noi diventa complicato individuare i colpevoli".
"Certo che sì! Ne ho fatte mettere due venti giorni fa. Seguitemi", e ripercorse i cinque gradini che dalla spiaggia portavano alla sala all'aperto del ristorante. "Eccole qua", disse con orgoglio De Vivo mostrando le telecamere. "Le ho fatte montare in posizione strategica affinchè potessero inquadrare perfettamente l'entrata. Ho fatto bene?".
"Ha fatto benissimo", rispose Ragozzino. "Ha conservato tutte le riprese?", domandò il vice commissario sperando in cuor suo in una risposta positiva.
"E me lo chiede pure?! Sono già belle e pronte che vi aspettano nel mio ufficio. Ma perchè avete atteso tanto prima d'intervenire? Ho già fatto due volte la denuncia". Poi, pentendosi della rimostranza aggiunse: "Va beh, meglio tardi che mai. L'importante è che prendiate quei figli di puttana. Vero che li prenderete?".
"Siamo qui per questo", rispose Noce. Non vedeva l'ora di guardare i filmati.

***

"Eccola, è lei!", esclamò Ragozzino guardando le riprese di sabato 5 ottobre che inquadravano Antonella Dello Iacono mentre transitava con la valigia grigia sulla passerella di legno davanti al ristorante "La libellula". "E adesso non ci resta che incrociare le dita".
"E' lui!", urlò Noce indicando un uomo bruno con la barba e i capelli corti, quasi tagliati a zero. Indossava un jeans bermuda e una t-shirt scura e seguiva Antonella a una trentina di metri di distanza. "Ferma il filmato!", ordinò il commissario mentre l'uomo era proprio di faccia alle telecamere. Immagine nitidissima.
"E' poco più di un ragazzo, avrà al massimo 20 anni", disse Ragozzino. "Possibile che sia lui?". E mandò avanti il filmato.
"Certo che è lui!", esclamò la iena. "Guarda, si è fermato qualche metro prima che la passerella svolti a destra. Sta prendendo tempo, sta aspettando che Antonella guadagni un po' di terreno per rimanere a debita distanza, per evitare che s'insospettisca".
"Giusto!", concordò Ragozzino. "Nel tratto di spiaggia successivo la passerella va avanti in rettilineo per una cinquantina di metri. E non ci sono nè abitazioni nè altri locali, lui sapeva benissimo che non c'era pericolo di perderla. Ormai è tutto chiaro, i fatti sono andati così: l'assassino pedina Antonella per individuare la sua abitazione. Probabilmente ha intenzione di ucciderla in casa, ma mentre sta aspettando nei paraggi della villetta il momento più opportuno, mentre sta studiando come intervenire arriva Valerio Maglione e rovina i suoi piani. E' costretto ad aspettare, agirà non appena lo vedrà andar via. Ma il litigio tra i due amanti complica ulteriormente le cose, c'è sempre l'eventualità che Maglione torni per far pace con Antonella. L'assassino, quindi, attende con calma sul posto lo sviluppo degli eventi e quando è ormai certo che Maglione non tornerà più si muove per colpire. Ma anche stavolta viene preso in contropiede, Antonella esce di casa e si dirige verso gli scogli per andare a fare il bagno. L'assassino la segue, evidentemente conosce bene la zona, attende il momento più opportuno per raggiungerla sulle scalette e la uccide. S'impadronisce del cellulare della ragazza e delle chiavi di casa, entra nella villetta, prende la valigia con il drone e si dilegua. Per sicurezza porta via anche il computer: nulla esclude che Antonella abbia già scaricato le immagini filmate a Perdifumo. Il tempo per farlo c'era".
"Adesso dobbiamo soltanto sapere chi è e perchè l'ha uccisa", aggiunse Noce.

***

Alla prima domanda rispose il registro dei pregiudicati. Bastò inserire nel programma la scannerizzazione dell'immagine ottenuta dai filmati e i dati anagrafici di chi aveva ucciso Antonella Dello Iacono uscirono nel giro di pochi secondi.
Antonio Vitale, anni 19, fu preso nella sua abitazione di Agropoli alle 6 del mattino di sabato 22 ottobre. Alle 8 era nell'ufficio di Ragozzino, alle 9,20 uscì senza aver detto neppure una parola. Alle 13 Noce annunciò a Sirago: "Il caso è risolto. Cosa c'è di buono a pranzo?".
Alle 13.40, dopo che la iena aveva fatto fuori due piatti di pasta e fagioli, Michele Sirago disse: "E adesso?".
"Adesso - rispose la iena - credo proprio che i cittadini di Perdifumo dovranno fare una statua ad Antonella Dello Iacono e al suo drone. Non ci vorrà molto per portare alla luce i bidoni di residui tossici che Vitale e i suoi compari hanno sotterrato il 5 ottobre in pieno giorno proprio mentre il drone volava sulle loro teste. Non potevano minimamente immaginare che in un luogo così desolato qualcuno li avrebbe filmati involontariamente".
"Ma come siete riusciti a localizzare esattamente la zona?", chiese il professore.
"Drone, valigia e computer sono spariti, non li troveremo mai, ma le conversazioni che Vitale ha fatto con i suoi compari col cellulare sono state una mappa più che dettagliata per individuare il posto dove sono stati sotterrati i bidoni".
"Sono contento per lei, commissario, un po' meno per il sottoscritto: la sua compagnia mi mancherà. Quando ha intenzione di partire?".
"Domani mattina. Terminato il pranzo, andrò a leggermi le ultime pagine del suo racconto sperando di non addormentarmi. La pasta è fagioli era fantastica, ma un po' pesante".

***

"Vi avevo avvertito", disse Brocca con calma glaciale mentre con la canna della pistola faceva cenno ai suoi scagnozzi di portare via il cadavere di Federico Severino.
Brocca, Riccardo e Risso rimasero soli nel salone. Certo che nessun altro tentativo di ammutinamento sarebbe avvenuto, l'avvocato ebbe un calo di attenzione: gli sfuggì lo sguardo d'intesa tra i due e non riuscì a reagire in tempo quando gli piombarono contemporaneamente addosso. Risso lo colpì con un pugno in piena fronte, Brocca cadde sul pavimento, la pistola gli sfuggì di mano. Riccardo fece per prenderla ma l'avvocato con un balzo si reimpossessò dell'arma, gliela puntò contro e...
...Riccardo si svegliò con un urlo, in un bagno di sudore. Sara, accanto a lui nel letto, si destò di soprassalto e chiese: "Che ti è preso?".
Riccardo guardò la donna con stupore, come se l'avesse vista per la prima volta. Poi rammentò: l'incontro della sera prima al bar, l'invito a casa sua, la notte d'amore con una sconosciuta di cui adesso non ricordava neppure il cognome.
Accese la lampada sul comodino, andò in bagno, si fece una rapida doccia e tornò a letto accanto alla donna.
"Tranquillo", gli disse Sara. "Hai solo fatto un brutto sogno".
"Si, certo, ma ti giuro che sembrava vero. E le raccontò tutto per filo e per segno: la lettera, il viaggio, l'isola, la trappola, l'omicidio di Severino, la pistola di Brocca puntata su di lui.
"Bello", commentò Sara con un sorriso e si mise a cavalcioni su di lui. "Adesso te lo faccio passare io lo spavento".
Era domenica mattina. Fecero nuovamente l'amore fino alle 9.
Riccardo, esausto, riprese sonno. Alle 11 circa, quando si ridestò, Sara era nuovamente su di lui.
"Basta, ti prego, non ce la faccio", protestò timidamente Riccardo cercando di radunare le forze per reggere il nuovo assalto della donna.
"Faccio tutto io, non ti preoccupare. E dopo ti dimenticherai di tutto, incubo compreso. A proposito, nel sogno l'avvocato non ti ha detto che Manuel, il ragazzo che si è ammazzato per colpa tua, aveva anche una sorella. Si chiama Sara".
E prese la pistola che aveva nascosto sotto le lenzuola e gli sparò un colpo in piena fronte.


***

"E' l'ultima sera, commissario. Perciò ho deciso di stupirla. Guardi qui che le ho preparato".
"Cazzo, la buillabaisse!", esclamò Noce con gli occhi fuori dalle orbite. "Io vado pazzo per la zuppa di pesce alla francese".
"Ne sono lieto", commentò il prof. Sirago e chiese: "Lo ha finito poi il mio racconto?".
"Si, proprio qualche minuto fa".
"Allora è giunto il momento di andare a leggere il pizzino che lei ha infilato nel muro".
Michele Sirago prese il pezzetto di carta, lo srotolò e rimase a bocca aperta: "L'assassino è Riccardo, nel sogno e nella realtà".
Mario Corcione
FINE
(la prima puntata del nuovo giallo sarà pubblicata giovedì 30 gennaio)
 
***
 
L'UNDICESIMA PUNTATA
Ragozzino escluse subito la seconda ipotesi: "Se Antonella fosse stata sorpresa a filmare qualcosa di losco a Napoli, l'avrebbero uccisa subito senza aspettare che venisse qui a Castellabate".
"In ogni caso - aggiunse Noce - era ignara di aver ripreso con il drone qualcosa di illegale, altrimenti sarebbe andata alla Polizia. E' morta senza sapere perchè".
"E purtroppo non lo sappiamo neppure noi", disse Ragozzino mentre sollevava il ricevitore per ordinare due caffè al bar: "Quello della nostra macchinetta non fa tanto schifo, ma in questo momento ho bisogno di qualcosa di forte".
Se lo fece correggere con l'anicette e mando giù il caffè sotto lo sguardo disgustato della iena: "Al massimo potrei tollerare un goccio di cognac dentro, ma l'anice proprio no".
"Io, invece, non so proprio come lei possa ancora inghiottire qualcosa di solido dopo tutto quello che abbiamo mangiato da Sirago", replicò Ragozzino guardando inorridito la iena addentare il tramezzino che si era fatto portare dal bar. E adesso - aggiunse dopo aver mandato giù l'ultimo sorso del suo caffè corretto - non ci rimane che appurare cosa ha fatto Antonella Dello Iacono dal momento in cui ha messo piede a San Marco fino a quando è stata uccisa. Qualcosa però già la sappiamo".
Prese dalla stampante un foglio di carta e scrisse:

- Ore 13,25 di venerdì 4 ottobre: la Dello Iacono arriva in aliscafo al porto di San Marco di Castellabate e prosegue a piedi fino a casa.
- Ore 9,30 di sabato 5 ottobre: fa la spesa al supermercato di San Marco.
- Ore 16,30 di sabato 5 ottobre: Valerio Maglione arriva nella villetta di San Marco e rimane con Antonella fino alle 18.
- Ore 18,10 di sabato 5 ottobre: dopo il litigio con Maglione, Antonella telefona a Michela Castellano e disdice la cena.
- Ore 21,45 (approssimativa) di sabato 5 ottobre: va sugli scogli per fare il bagno e viene uccisa.

"Michela Castellano - puntualizzò Ragozzino - ci ha detto di non aver incontrato Antonella Dello Iacono nè venerdì nè sabato perchè impegnata con il lavoro, quindi rimangono un bel po' di vuoti da colmare".
"Si, ma io escluderei che la Dello Iacono abbia usato il drone sabato dalle 18 alle 21 - aggiunse la iena -: se ha disdetto la cena con l'amica, significa che il litigio con Maglione deve averla scossa particolarmente. E' più probabile che abbia trascorso da sola a casa il resto della serata. Poi, vinta dal caldo, è andata sugli scogli".
"Per cui - concluse Ragozzino - a rigor di logica potrebbe essere andata in giro con il drone dalle 10 alle 23 di venerdì 4 oppure dalle 10 alle 16 di sabato 5. Tuttavia dobbiamo anche escludere le ore serali, vietate a chi come lei non possedeva il patentino per pilotare in notturna. Ma, pur ammettendo che abbia voluto utilizzarlo ugualmente, nulla può aver filmato perchè il suo modello di drone era privo di luci. Il sole in quel week end è tramontato alle 18,40 circa, quindi i periodi che ci interessano sono questi. E li trascrisse circondandoli con un cerchietto rosso:

- Dalle 10 alle 18 di venerdì 4 ottobre
- Dalle 10 alle 16 di sabato 5

Complessivamente dieci ore. Avevano ristretto il periodo temporale, peraltro comunque abbondante, ma non avevano dato una risposta ai due interrogativi più importanti:

- Dove era andata con il drone Antonella Dello Iacono?
- Cosa aveva filmato di tanto compromettente da indurre qualcuno ad ammazzarla per il timore di essere scoperto?

Noce e Ragozzino esaminarono le denunce di reato e di sparizioni di persone effettuate in commissariato e ai Carabinieri negli ultimi sei mesi nella speranza di approdare a qualcosa di concreto, ma fu un buco nell'acqua. Nulla era accaduto di particolarmente significativo in tutta la zona del Cilento. Alle 20 Arcangelo Noce lasciò il commissariato e percorse il corso di S.Maria di Castellabate per raggiungere il parcheggio dove lo attendeva Michele Sirago a bordo della sua Punto del '94.
"Non crede, professore, che sia giunto il momento di cambiare questa bagnarola?", fu la prima cosa che la iena disse dopo essere salito in macchina.
"E perchè mai?", rispose Sirago. "E' ancora in gambissima, con questa ci vado tutto d'un fiato fino a Como con un pieno e mezzo di benzina".
"Sarà, ma ho qualche dubbio che ce la faccia sulla salita per arrivare in pizzeria".
Avevano scelto un locale di Alano non molto lontano dalla scuola materna dove insegnava Michela Castellano. Per raggiungerlo bisognava inerpicarsi su una salita tutte curve.
"Stia tranquillo, commissario. Questa bimba - e diede affettuosamente un colpetto al cruscotto della Punto - ce la farà tranquillamente. In 25 anni non mi ha mai lasciato per strada", assicurò Sirago.
"Non vorrei che cominciasse proprio adesso. Già sto incazzato per questo stramaledetto caso di cui non riusciamo proprio a vedere la luce. Ci manca pure che dobbiamo farcela a piedi fino alla pizzeria".
"Male che vada chiameremo un taxi, commissario. Ci sono anche da queste parti, lo sa?".
"Ma che imbecille!", esclamò la iena dando un colpo, stavolta tutt'altro che affettuoso, sul cruscotto della Punto.
"Ce l'ha con me?", chiese preoccupato Sirago.
"No, con me stesso, professore. L'imbecille sono io che non ci ho pensato".
"A cosa?", domandò il professore.
"Lasci perdere. Piuttosto, faccia dietro-front e mi riaccompagni immediatamente in commissariato".
"E la pizza?".
"Cosa vuole che me ne freghi della pizza in questo momento?! Forza, professore, faccia volare questa bagnarola", urlò la iena mentre Sirago metteva la retromarcia.

***

Terminarono alle 22,15. Ragozzino accompagnò Noce a casa in macchina.
Il commissario aprì il piccolo cancello smaltato di rosso e, con suo grande sollievo, vide la sagoma di Sirago in cima alla scaletta.
"Vedo che mi ha aspettato, professore".
"Non potevo certo lasciarla digiuno".
"A chi crede di fare fesso? Non è per quello che ha atteso il mio ritorno. Su, andiamo che le racconto tutto".
"Non vuole sapere nemmeno cosa le ho preparato per cena?".
"Con la fame che ho mangerei pure le pietre del suo giardino, professore. Quel cazzo di tassista ci ha fatto perdere un'infinità di tempo".
"Era reticente?".
"No, balbuziente".
"Mi sta prendendo per il culo?".
"Cos'è, non mi crede? Vuole che glielo dica in napoletano? L'accontento subito, era cacaglio. Ci è capitato l'unico tassista al mondo che va a scatti come il suo tassametro. Ci ha messo una vita per raccontare tutto. La deposizione più sofferta della mia carriera".
Sirago si piegò in due per le risate mentre la iena lo fissava come se avesse visto un marziano: "Guardi che non c'è nulla da ridere. Pensi piuttosto a portare in tavola che sono stanco morto e voglio andare al più presto a dormire. Domani ci aspetta una giornata campale".

***

"Quello che non capisco - disse Sirago - è come mai il tassista in tutti questi giorni non si è presentato alla Polizia".
"Evidentemente non ha fatto caso alla ragazza quando è salita sul suo taxi. Ma alla valigia grigio-metalizzata con il drone sì. E quella che ci ha permesso di rintracciare il tassista. Ci ha detto che la Dello Iacono è salita a bordo alle 10,30 di sabato davanti alla sua villetta e si è fatta portare in località Perdifumo. Sono otto chilometri circa da San Marco".
"E adesso, quindi, sapete dov'è andata Antonella Dello Iacono con il drone. Un bel passo avanti. Mi fa piacere di aver dato un piccolo contributo, sia pure involontario, alle indagini".
"Pensi piuttosto a dare un grande contributo ad annullare la sete che mi sta divorando. Vada a prendere dell'altra acqua, possibilmente ghiacciata. Questi fagioli alla messicana sono troppo forti: cosa ci ha messo dentro, la nitroglicerina? E comunque prima o poi ci saremmo arrivati ugualmente: soltanto lontano dal centro abitato Antonella Dello Iacono avrebbe potuto pilotare il drone, e soltanto con il taxi ci sarebbe potuta arrivare".
"Non è vero, c'è anche l'autobus", aggiunse Sirago mentre prendeva l'acqua dal frigo.
"Certo, e infatti l'ha preso al ritorno. Quando sono arrivati a Perdifuno il tassista le ha chiesto se la doveva aspettare, ma Antonella gli ha risposto che sarebbe tornata in autobus. E dopo le 11 c'è un'unica corsa che fa il tragitto Perdifumo-Castellabate, quella delle 15,10. E non l'ha presa soltanto Antonella: mi gioco un intero stipendio che su quel pullman c'era anche il suo assassino".

***

"Vuole scommettere che il nome del colpevole uscirà fuori, signor Ballerini?".
Riccardo non rispose.
"Ma la smetta con questa buffonata!", intervenne con veemenza Federico Severino. "Ha abusato fin troppo della nostra pazienza".
Cosimo Risso lo spalleggiò: "Ma si rende conto di quello che sta facendo? Ha sequestrato tre persone su un'isola per una vicenda del cazzo successa sei anni fa. Lei non ci sta con la testa, avvocato".
"Ah, questo è poco ma sicuro", incalzò Risso e rivolto all'avvocato aggiunse: "Comunque, lei è ancora in tempo: ci lasci liberi e dimenticheremo questa brutta vicenda. Non diremo nulla a nessuno. Ci terremo soltanto l'anticipo come disturbo", e spinse verso Brocca gli altri ventimila.
Riccardo e Severino fecero altrettanto.
"Forse non sono stato chiaro abbastanza con voi", replicò Brocca con voce glaciale. Alzò la mano sinistra e schioccando pollice e medio richiamò l'attenzione degli uomini che facevano la guardia all'ingresso. Il più grosso dei due si avvicinò a Cosimo Risso, lo sollevò di peso dalla sedia e lo scaraventò sul pavimento. Il primo calcio raggiunse il giovanotto al ginocchio destrò, il secondo colpì la spalla sinistra. Poi, mentre Risso urlava per il dolore, l'energumeno alzò il piede destro e gli calpestò la faccia come se stesse spegnendo un mozzicone.
"Può bastare, grazie", ordinò Brocca. Lo scagnozzo si avviò verso il suo posto dando le spalle a Severino. Quest'ultimo si alzò di scatto, prese la sedia e si scagliò verso l'uomo per colpirlo, ma la sedia rimase a mezz'aria: un colpo di pistola partì dalla mano destra dell'avvocato e raggiunse la gola di Federico Severino mettendo fine alla sua vita.

 
***
 
LA DECIMA PUNTATA
Per prima cosa Ragozzino andò su Google e digitò "valigetta d'alluminio". Selezionò otto immagini e le inviò a Mara Bisogni via watsapp. Tempo due minuti e una delle immagini ritornò indietro con la scritta "E' questa".
Il vice commissario tornò su Google e andò a leggere la descrizione dell'oggetto: "Valigetta Portatile da Trasporto per Drone".
 
***
 
Ragozzino informò Noce e specificò: "Quando siamo andati nella villetta di Antonella Dello Iacono quella valigetta non c'era. E nemmeno quando la scientifica ha fatto il sopralluogo subito dopo il delitto".
"Potrebbe aver regalato il drone a qualcuno", osservò la iena.
"A me no di certo", rispose Michela Castellano dopo essere stata contattata telefonicamente. Però so che Antonella ne possedeva uno. Glielo aveva regalato la sorella agli inizi di settembre per il suo compleanno".
Patrizia Dello Iacono confermò e si scusò con Ragozzino: "Non pensavo potesse essere rilevante per le indagini. Le ho regalato il drone per darle nuovi interessi, negli ultimi tempi l'avevo vista particolarmente disamorata nei confronti della pallanuoto. Si è subito appassionata, la prima volta siamo andate insieme a provarlo in aperta campagna: per quel tipo di drone non c'è bisogno del patentino ma è prevista una serie di limitazioni, come lei ben sa".
 
Bene non le sapeva. E neppure Noce. Provvidero a documentarsi:
- L’attività di volo deve avvenire all'aperto, durante il giorno, e non bisogna mai perdere il drone di vista. È infatti vietato servirsi di dispositivi ottici o elettronici per controllarlo.
- Si può farlo volare all'interno di un raggio di 200 metri e fino a 70 metri di altezza.
- Il drone non può volare sopra assembramenti di persone.
- Per farlo volare bisogna trovarsi lontano dagli edifici ed essere almeno a 5 km di distanza dagli aeroporti.
- E' possibile fare riprese solo per fini amatoriali.
 
Ma avevano bisogno di sapere altro. Noce pensò a Sirago: "Forse è la persona giusta. E' un fissato per le cose strambe tipo i droni, ha fatto anche il radioamatore: l'apparecchiatura la possiede ancora, me l'ha fatta vedere qualche giorno fa".
Si precipitarono alla villetta del professore. Non che avessero particolare fretta, li spinse l'ansia, la voglia di risolvere un caso che fino a quel momento stava dando tanto filo da torcere. E poi la pista del drone meritava di essere seguita con attenzione, fino in fondo, ovunque portasse.
Per prima cosa portò alle considerazioni di Michele Sirago: "Bella invenzione, ci ho fatto un pensierino anch'io, è l'ideale quando non hai un cazzo da fare come me. Ma si può sapere cosa c'entra il drone con le vostre indagini?".
Noce e Ragozzino lo informarono degli antefatti e Sirago precisò: "Una volta fatte le riprese, si scarica il filmato su un computer e se ne fa l'uso che si vuole. C'è chi lo utilizza a scopo promozionale, ad esempio per mostrare un villaggio turistico visto dall'alto, o semplicemente per postarlo su Facebook".
Domanda di Noce: "Ammesso e non concesso che la vittima abbia usato il drone prima di essere uccisa, dove potrebbe averlo pilotato? Sulla spiaggia?".
Risposta di Sirago: "Non credo proprio. Soltanto i piloti più esperti, quelli provvisti di patentino, possono guidarlo sopra uno specchio d'acqua, e da quello che mi avete detto Antonella Dello Iacono era alle prime armi. Qui a Castellabate può averlo pilotato soltanto nell'entroterra, e i posti non mancano. Può essere andata dappertutto".
"Dappertutto proprio no, non aveva la macchina", lo smentì prontamente la iena.
"E non aveva neppure un computer per guardare quello che aveva filmato", puntualizzò Ragozzino. "E nemmeno una Pagina Facebook per postarlo. A meno che...".
Patrizia Dello Iacono, ricontattata dagli inquirenti, confermò le supposizioni del vice commissario: "So che aveva intenzione di acquistare un computer. Mi ha detto che lo avrebbe preso su Amazon, ma qui a casa nostra nessun portatile è stato consegnato, nè prima nè dopo il delitto. Può darsi che se lo sia fatto spedire direttamente a San Marco".
 
***
 
Rimanere a pranzo da Sirago rischiando di annebbiarsi le idee o tornare in commissariato arrangiandosi con una coca e un tramezzino? La cosa fu messa ai voti.
Ragozzino optò immediatamente per la seconda soluzione.
Noce, prima di votare, s'informò: "Cosa ha preparato di buono oggi, professore?".
"Cocktail di gamberi, spaghetti con le cozze e polpette di tonno".
"Io sono per rimanere", sciolse il dubbio Noce. E guardò supplichevole Ragozzino sperando che cambiasse il suo voto.
Ma il vice commissario confermò la sua scelta iniziale.
Intervenne Sirago: "Facciamo una cosa. Adesso sono le 12, tempo trequarti d'ora e porto a tavola. Alle 13,30 finiamo e subito dopo vi fate un pisolino per ricaricare le batterie. Vi chiamo io per il caffè alle 14,30. Approvato?".
Approvato all'unanimità, ma i tempi previsti dal professore non furono rispettati. Alle 14,30 i tre erano ancora attorno alla tavola nel soggiorno-cucina del professore. "E' quella la radio amatoriale?", chiese Ragozzino indicando l'apparecchiatura di metallo che s'intravedeva nella camera da letto del professore.
"Si chiama baracchino", precisò con orgoglio Sirago. E con una punta di nostalgia aggiunse: "Fino al 2000 c'era ancora in giro un bel po' di radioamatori, poi piano piano sono spariti uno dopo l'altro. Inghiottiti dalla tecnologia. E' il prezzo che si paga al progresso: le cose belle di un tempo sono destinate a svanire, ad essere sostituite da altre che non le valgono. Il drone è un'eccezione: tanto di cappello a chi ha avuto questa idea".
 
***
 
Alle 16 Noce e Ragozzino rientrarono in commissariato. "Cascasse il mondo, non ci siamo per nessuno", ordinò Ragozzino al centralinista.
Che fine aveva fatto la valigetta con il drone? Era quella la domanda alla quale gli inquirenti dovevano dare al più presto una risposta.
Se l'era portata via Valerio Maglione il giorno del delitto?
"E perchè mai avrebbe dovuto farlo?", fu la conclusione di Ragozzino.
Antonella Dello Iacono lo aveva utilizzato contravvenendo alle disposizioni di legge e glielo avevano sequestrato? Bastarono un paio di telefonate a Noce e Ragozzino per appurare che non era andata così. E non c'era stata nemmeno denuncia di furto.
Altra risposta logica non c'era oltre quella seguente: "Il drone se l'è portato via l'assassino", disse Noce. "E se c'era un computer si è portato via pure quello".
"E in questo caso - argomentò Ragozzino - non può essere stato Valerio Maglione ad ammazzare Antonella Dello Iacono".
"Bensì qualcuno che aveva interesse a fare sparire drone e computer", aggiunse Noce.
"Antonella Dello Iacono ha filmato con il drone qualcosa che non doveva. E' stata la sua condanna a morte", fu la conclusione di Ragozzino.
"Già, ma qui a San Marco o a Napoli?", disse la iena.
 
***
 
LE PRIME NOVE PUNTATE
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 

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